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La Sanofi che produce l’idrossiclorochina, antimalarico approvato per la cura di patologie reumatiche, finito sotto la lente di ingrandimento per effetti benefici che avrebbe contro il coronavirus, si è impegnata a donare 100 milioni di dosi del farmaco a 50 Paesi del mondo. E ha iniziato a consegnarlo alle autorità che lo hanno richiesto. La compagnia informa di avere già raddoppiato la sua capacità di produzione incrementale (in aggiunta alla normale produzione per le indicazioni autorizzate) attraverso i suoi 8 siti di produzione di idrossiclorochina a livello globale, e conta di riuscire anche a quadruplicarla entro l’estate.

In questa emergenza sanitaria globale, Sanofi si dice “pronta ad aiutare il maggior numero possibile di Paesi, a partire da quelli in cui l’idrossiclorochina è registrata per le indicazioni attualmente approvate – precisa il gruppo in una nota – nonché Paesi in cui non vi sono fornitori del farmaco o con popolazioni scarsamente servite”. Dall’inizio della crisi Covid-19″.
Riferisce, inoltre, di aver ricevuto, “un numero crescente di richieste” di idrossicorochina dai diversi governi del mondo.

Una domanda alla quale l’azienda risponde mantenendo come “priorità quella di garantire la continuità dell’offerta per i pazienti” che soffrono delle malattie contro cui il farmaco è autorizzato, “in particolare il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide”, ma anche “lavorando duramente per fornire” il medicinale “ai governi che desiderano aumentare le scorte nella speranza che possa essere un trattamento efficace contro Covid-19”.

Sanofi intende “continuare a donare il farmaco a governi e istituzioni ospedaliere se gli studi clinici in corso dimostrano l’efficacia e la sicurezza” dell’idrossiclorochina nei pazienti colpiti da Sars-CoV-2. E invita a “una maggiore cooperazione internazionale”, chiedendo “un coordinamento tra l’intera catena dell’idrossiclorochina in tutto il mondo per garantirne il costante approvvigionamento se si dimostrerà un trattamento efficace e tollerato nei pazienti Covid-19”.

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