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Il PAP test può servire a diagnosticare i tumori dell’ovaio in fase precoce. Ricercatori dell’Istituto Mario Negri sono riusciti a dimostrare che è possibile, con uno studio che ha permesso di identificare nei Pap test di pazienti che in anni successivi avrebbero sviluppato un tumore ovarico, tracce della proteina P53 alterata, con la stessa mutazione che si ritrova nel tumore.

Lo studio, in collaborazione con l’Ospedale San Gerardo di Monza e l’Università di Milano-Bicocca, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Jama Network Open. “Si tratta di uno studio retrospettivo che, oltretutto, ha potuto verificare un numero di casi limitato – osserva Maurizio D’Incalci, che dirige il Dipartimento di Oncologia dell’Istituto Mario Negri e ha guidato queste ricerche – ed è ancora presto per cantare vittoria ma l’idea sembra quella giusta e abbiamo già ricevuto proposte per condurre studi più approfonditi”.

Il carcinoma ovarico è il sesto tumore più diffuso tra le donne e rientra fra le prime 5 cause di morte per tumore tra quelle in età tra 50 e 69 anni. Se viene diagnosticato in stadio iniziale la sopravvivenza a 5 anni è di oltre il 75-95 per cento.

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