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A Auvers-sur-Oise, uno dei massimi specialisti mondiali di Van Gogh, Wouter Van der Veen, è riuscito ad individuare il luogo che potrebbe aver ispirato l’ultima opera di Van Gogh, “Radici d’albero”. La scoperta, che svela anche alcuni particolari sulle ultime ore di vita dell’artista dal tragico destino, scomparso il 29 luglio 1890, sarà presentata proprio ad Auvers, per l’anniversario della morte, dall’Institut Van Gogh, in presenza della direttrice del museo Van Gogh di Amsterdam e un lontano nipote del pittore.

Oggi protette da una griglia, le “radice d’albero” immortalate dal genio olandese verranno presto svelate al pubblico e inserite negli itinerari turistici della cittadina. La scoperta avvenuta “per caso” durante il lockdown. Van Der Veen – direttore dell’Institut Van Gogh – è rimasto bloccato in casa. “Ho cominciato a mettere un po’ d’ordine. Qualche mese prima avevo scannerizzato vecchie cartoline postali degli anni 1900-1910 di un’anziana signora di Auvers. Sullo schermo una con un ciclista fermo sul lato di un sentiero, oggi la rue Daubigny. Il mio sguardo è rimasto colpito da un albero con le sue radici. Avevo l’impressione di aver già visto quell’immagine”. Per due giorni, l’esperto ha ingrandito quello scatto in tutti i modi, paragonandolo al quadro di Van Gogh, poi è andato a vedere sul posto. “Io stesso ero un po’ incredulo (…) Ma più andavo avanti, più mi sembrava che tutto concordasse”. E infatti quelle radici dipinte da Van Gogh erano ancora lì, in quel luogo magico di Auvers. Il quadro descrive un paesaggio silvestre dove radici e tronchi d’albero, illuminati dalla luce del sole, si abbarbicano intrecciandosi lungo il fianco di una collina. Una caratteristica tipica della vegetazione di quei luoghi a cui Van Gogh era, seppur costretto, assai legato e a cui donava luminosità, colore e vivida personalità. Un altro indizio che dà forza alla convinzione di van der Veen risiede nelle parole di Andries Bonger, il fratello della moglie di Theo Van Gogh (ndr fratello di Vincent) che in una lettera racconta come “la mattina prima della sua morte” l’artista avesse “dipinto un sous-bois (scena boschiva), pieno di sole e di vita”. Secondo van Der Veen, “ogni elemento di questo misterioso dipinto può essere ritrovato e compreso attraverso l’osservazione attenta della cartolina: la forma del fianco della collina, le radici degli alberi e la loro relazione reciproca, la presenza di una ripida parete calcarea”. Il luogo in questione “è anche coerente con l’abitudine di Van Gogh di raffigurare gli immediati dintorni” di casa.

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