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#ioApro1501 : la protesta civile dei commercianti diventa virale, da Nord a Sud. Hanno aderito già oltre 50mila esercizi commerciali

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“Io apro 1501” è un’iniziativa nata sui social pochi giorni fa, che riunisce migliaia di ristoratori ed esercenti che hanno deciso di riaprire regolarmente il 15 gennaio, indipendentemente dai DPCM di Conte. Ovviamente hanno bisogno del massimo supporto e della massima diffusione, affinché la loro protesta vada a buon fine.

Questa la pagina Fb: Ioapro1501 su cui spiegano ogni cosa che intendono fare. Ad oggi sono già ad oltre 50.000 adesioni. Da Nord a Sud.

Il Presidente Nazionale della Confederazione imprese Unite per l’Italia ha riferito di essere molto contento per la “ risposta massiva da parte degli imprenditori di qualsiasi settore all’iniziativa IO APRO. Poi va da sé che principalmente a prenderne parte saranno ristoratori o comunque operatori dei pubblici esercizi, sono troppi mesi che ‘sono al palo ‘, con fatturati irrisori o pari a zero”, poi ha spiegato le ragione del supporto da parte della Confederazione sebbene sia un’azione, apparentemente, contro i DPCM “Comunque non volgiamo sfidare nessuno, infatti continueremo a seguire le regole ferree per impedire i contagi, ma ci teniamo a far capire che non possiamo più aspettare un DPCM per aprire, se no rischiamo una ecatombe delle nostre attività. Stiamo mettendo insieme moltissimi legali in tutta Italia proprio per far stare sereni i nostri imprenditori e i loro sostenitori”.

Un hastag #ioApro1501, che sta diventando sempre più virale sui social, per questa protesta pacifica contro le misure del governo con l’autoproclamazione di un DPCM autonomo dal titolo “Decalogo Pratico Commercianti Motivati”. L’intenzione è quella di aprire le attività – ristoranti e bar, ma anche palestre e piscine – con l’orario e le modalità consuete. Ovvero servizio al tavolo e al bancone, a pranzo e a cena, indipendentemente dal colore associato alla regione d’appartenenza. Rispettando però le norme anti-contagio in vigore nei mesi estivi. L’unica restrizione in vigore resta quella del coprifuoco: “I conti devono essere serviti al tavolo entro le 21.45”, si legge nel ‘Dpcm’ parallelo” voluto da Umberto Carriera, titolare di 6 ristoranti nel Pesarese e volto già noto delle manifestazioni e delle proteste dello scorso ottobre contro le restrizioni volute dal governo. I suoi locali sono rimasti aperti, a rotazione, in questi mesi di stop forzato.

Io Apro: 15 gennaio 2021 ristoranti aperti, come funziona la protesta
la data scelta non è casuale: venerdì sarà infatti varato il nuovo Dpcm e molte regioni – tra cui anche la Lombardia – rischiano misure ancora più rigide rispetto a quelle attualmente in vigore, tra cui anche l’abolizione del servizio d’asporto per bar e ristoranti dopo le 18.

“Non manderemo nessuno al massacro – assicura Carriera – chi si unirà alla protesta e terrà aperto verrà tutelato, anche legalmente. Abbiamo coinvolto 8 studi associati che forniranno assistenza gratuita, in caso di multe, sia agli esercenti che ai clienti. Sono ore convulse e stiamo ricevendo migliaia di adesioni: siamo a 50mila, ma il conteggio aumenta di minuto in minuto, quindi giovedì sera tireremo le somme. Qualora in alcune città o nei piccoli paesi ci fossero poche adesioni, consiglieremo agli esercenti di non tenere aperto, per evitare di finire facilmente nel mirino delle forze dell’ordine. In alcune città, come Milano e Pesaro, abbiamo già raccolto centinaia e centinaia di adesioni e saranno sicuramente loro a fare da apripista.”

Giovanna Manna

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