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Il calcio è un componente integrale del tessuto scheletrico, nel quale svolge un ruolo strutturale, ed è indispensabile per garantire rigidità, forza ed elasticità delle nostre ossa e dei nostri denti. Il corpo umano, inoltre, fungendo da serbatoio di calcio, partecipa all’omeostasi (o autoregolazione) minerale di tutto l’organismo, attraverso i processi di formazione e riassorbimento osseo. Il tessuto osseo è estremamente dinamico e soggetto a continui rimodellamenti nel corso della vita. Durante il processo di crescita, nei neonati e nei bambini, il tasso di formazione supera quello di riassorbimento e genera un nuovo tessuto osseo, mentre in età avanzata avviene il contrario, con conseguente perdita e aumento del rischio di fratture. Il tasso di perdita di calcio dall’osso dipende da diversi fattori: stili di vita errati, menopausa, terapie ormonali e attività fisica.

L’assunzione di calcio raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è fissata a 1000 mg/giorno. Se l’apporto alimentare non è sufficiente per soddisfare i requisiti fisiologici, il calcio viene riassorbito dalle ossa in modo tale da mantenere le concentrazioni ematiche nell’intervallo richiesto per le normali funzioni cellulari e tissutali. Questo processo a causa di una riduzione della massa ossea può portare a disturbi scheletrici come fratture, osteopenia, rachitismo e osteoporosi. Quest’ultima, è una patologia associata all’invecchiamento: le donne dopo la menopausa e gli anziani sono i soggetti più a rischio. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che condizioni ambientali favorevoli, stile di vita sano, attività fisica costante, assunzione di frutta, verdura e di vitamine D e K e magnesio, sono fattori che favoriscono l’assorbimento del calcio a livello osseo.

L’ipercalcemia, al contrario, è la condizione per cui la concentrazione di calcio nel sangue è maggiore di quella fisiologicamente richiesta (11mg/dl). È improbabile che questo eccesso sia causato dalla sola dieta: una calcemia elevata può essere provocata da un utilizzo eccessivo e smodato di prodotti (es. integratori alimentari) contenenti calcio e può portare alla formazione di calcoli renali. Per prevenire questa condizione l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha stabilito che, per adulti e donne in gravidanza o allattamento, la dose massima tollerabile di calcio giornaliera è di 2,5 g.

Un ruolo importante lo può svolgere la nostra alimentazione. Fonti principali e più ricche di calcio sono: latte e prodotti lattiero-caseari, verdure (spinaci, bietole, indivia e broccoli), cereali, legumi, noci, sardine e acqua, oltre che gli estratti di equiseto e abete bianco. Un aiuto può arrivare anche dagli integratori alimentari. Acquistabili nelle farmacie e parafarmacie. Prescrivibili anche dal medico di base. Se necessari.

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