A 4 anni un bambino è diventato cieco e tetraplegico per aver mangiato del formaggio prodotto con latte crudo contaminato da un raro ceppo di escherichia coli che gli avrebbe provocato una gravissima forma di sindrome emolitica uremica.
Questo è quanto scrive il pm di Trento, Maria Colpani, alla luce delle indagini condotte dai carabinieri del Nas e dalle perizie di parte civile prodotte dall’avvocato Paolo Chiariello che rappresenta la famiglia del piccolo.
Il gip Claudia Miori, rigettando la richiesta di archiviazione avanzata dai difensori del caseificio che ha prodotto il latticino e dei tre medici che non avrebbero riconosciuto subito e curato in modo adeguato la sindrome, ha disposto che la Procura abbia ancora 5 mesi di tempo per approfondire il caso. Nel registro degli indagati restano iscritti l’allora presidente del caseificio e il casaro, indagati per lesioni personali gravissime e somministrazione di sostanza alimentari nocive per la salute, un medico di un ospedale di valle che per primo visitò il piccolo e altri due medici del Santa Chiara di Trento, rispettivamente per rifiuto d’atti d’ufficio e lesioni personali gravissime in ambito sanitario.
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