In Italia l’85% degli adolescenti tra l’età compresa tra gli 11 e i 17 anni usa ogni giorno lo smartphone e il 72% naviga su internet quotidianamente.
Ecco allora i rischi che possono correre gli adolescenti di oggi.
“I rischi legati all’uso dello smartphone – spiega Francesco Andolina, responsabile neonato sano alla Casa di Cura Serena e responsabile pediatria H24 al centro Salus di Palermo – sono molteplici. Prima di dormire ha un impatto negativo sul ritmo circadiano in quanto causa eccitazione e difficoltà ad addormentarsi. Maggiore tendenza alla distrazione a scuola e disattenzione mentre si cammina per strada con rischio di incidenti. Una dipendenza favorita dal poter accedere allo smartphone ovunque ci si trovi e in qualsiasi momento della giornata. Internet si trasforma spesso in un rifugio per i ragazzi più timidi che hanno difficoltà nelle relazioni con i loro coetanei. L’isolamento, nei casi più gravi, può diventare una vera e propria malattia: si parla in questo caso di un fenomeno chiamato Hikikomori, che espone al rischio di sviluppare malattie psichiatriche. Questo fenomeno, in Italia, riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, soprattutto maschi, che trascorrono su internet oltre 12 ore al giorno. Può crearsi l’insorgenza di nuove forme di disturbi visivi legati alla anomala illuminazione dello schermo, associati a secchezza oculare, irritazione , fatica oculare e abbagliamento; dolori muscolari: specialmente a collo e spalle, legati alla postura anomala.
Perché limitare il tempo di utilizzo
Tra le raccomandazioni – sottolinea l’esperto Andolina – è importante favorire una comunicazione aperta tra genitore e adolescente, spiegando ai ragazzi cosa vuol dire un utilizzo positivo e intelligente dei media device. Il genitore dovrebbe monitorare il tempo che il proprio figlio spende su tablet, smartphone e pc, imparando per primo le tecnologie a disposizione per poterle comprendere e condividendo per quanto possibile le attività. Occorre limitare il tempo di utilizzo di smartphone, tablet e pc durante il giorno o nei fine settimana, stabilendo orari precisi di divieto per esempio durante i pasti, i compiti e le riunioni familiari. Indispensabile, infine la collaborazione tra genitori, pediatri e operatori sanitari per tutelare e sostenere i ragazzi attraverso campagne di informazione che forniscano una maggiore consapevolezza degli aspetti positivi ma anche dei rischi che presenta l’uso eccessivo”, conclude il pediatra.
photo crediti cronacacomune.it
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