“Tutto è iniziato in un supermercato. Davanti allo scaffale delle spezie dove, tra tutte, primeggiava il peperoncino. Lì, mentre la moglie continuava a fare la spesa con il carrello, ha avuto l’intuizione per la ricerca”.
Una ricerca che dopo tanti ha portato il Nobel per la Medicina 2021 direttamente nelle mani del fisiologo David Julius, 66 anni di New York. Docente all’Università della California a San Francisco che divide il riconoscimento così importante con Ardem Patapoutian, 54 anni, biologo molecolare e neuroscienziato statunitense di origini armeno-libanesi allo Scripps Research di La Jolla in California.
L’Accademia svedese delle Scienze di Stoccolma, che anche quest’anno non consegnerà i Nobel in presenza causa pandemia, e ha individuato nei due scienziati coloro che rivoluzioneranno la vita di un miliardo e mezzo di persone nel mondo.
Quelli che soffrono di dolore cronico. Solo nel nostro Paese sono 16 milioni. Nel caso specifico si tratterebbe di emicrania, artrite reumatoide, mal di schiena, artrosi, nevralgie del trigemino, condizioni post trauma. Parliamo di una condizione generale di sofferenza che non molla mai, che accompagna le giornate di queste persone e la vita.
Julius e Patapoutian, partiti dalla percezione di caldo e freddo, hanno svelato i segreti del dolore. Individuando i recettori coinvolti nella sensazione della temperatura e del tatto hanno aperto così una strada, fino ad oggi sconosciuta, per sviluppare nuove cure contro il dolore.
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