“Nei pazienti con maculopatia – ha spiegato Vincenzo Sarnicola, presidente Società Internazionale Cornea e Superfice Oculare (Sicsso) – abbiamo visto un drastico calo delle terapie effettuate per la difficoltà a raggiungere centri di cura, paura di frequentare le strutture, per il rallentamento subito da tutte le procedure sanitarie. Ad esempio, di iniezioni intravitreali, pre Covid se ne facevano 50-60 a seduta, nel periodo emergenziale 5-6. Le conseguenze sono state peggioramenti drammatici non recuperabili, perché dai danni della degenerazione maculare non si torna indietro”.
“L’uso intensivo del pc – ha aggiunto – riduce l’ammiccamento e provoca occhio secco, peggiorando la visione. Per la prima volta lo abbiamo osservato anche nei ragazzini. Per evitarlo, resta utile la regola del 20: dopo 20 minuti di monitor, guardare a più di 20 metri per più di 20 secondi; o anche apporre sul pc dei post-it con scritto ‘blink’ per ricordare di battere gli occhi spesso, o far ricorso a lacrime artificiali”.
Didattica a distanza e webinar, hanno contribuito a aumentare la miopia. Luce naturale e sguardo a campo lungo restano i migliori antidoti verso una ‘epidemia’ legata alla vita al chiuso e al sovra utilizzo di device. “Il bambino va incoraggiato a stare il più possibile all’aria aperta. Otto ore attività outdoor a settimana – afferma Scipione Rossi, direttore Uoc Microchirurgia Oculare del San Carlo di Nancy a Roma – sono il minimo indispensabile”.
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