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Durante la riunione che si è tenuta tra governo e maggioranza al Senato, si è optato per la definizione dei risarcimenti, che saranno a carico dei subentranti, al successivo decreto legislativo con il quale il governo dovrà definire le regole per le nuove gare.
Confermata poi, anche rispetto alle prime riformulazioni discusse da governo e maggioranza, la possibilità per i Comuni di ottenere deroghe tecniche di un anno, fino al termine del 2024, per la chiusura delle gare rispetto al termine del 2023 indicato dal Consiglio di Stato.

L’emendamento ora dovrà passare al vaglio della Commissione Bilancio per il parere e poi sarà votato in Commissione Industria del Senato, dove si conta di chiudere l’esame del ddl concorrenza già in mattinata per andare in Aula lunedì.

L’accordo è stato definito “ridicolo e vergognoso” da parte della leader di FDI Giorgia Meloni, secondo la quale “rimandare la questione degli indennizzi addirittura al governo, con il rischio che questi vengano osteggiati dalla Commissione Ue e non vedano mai la luce, vuol dire lasciare totalmente senza tutele i concessionari attuali”. Diametralmente opposto il parere del Pd, che saluta con entusiasmo l’intesa come “un punto di equilibrio molto avanzato per definire una normativa ragionevole” e sottolinea la necessità di “accelerare sulle riforme”. “Abbiamo lavorato per la soluzione”, ha invece dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini.

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