L’esposizione cronica all’inquinamento in città a causa del traffico veicolare aumenta il pericolo di sviluppare malattie mentali e quando lo smog è oltre i livelli di guardia, patologie psichiatriche pre- esistenti possono anche peggiorare.
Così il rischio depressione aumenta del 13%. Ad affermarlo sono gli esperti che si sono riuniti per il Seminario Internazionale RespiraMi: Recent Advances on Air Pollution and Health organizzato da Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dalla Fondazione Internazionale Menarini, a Milano oggi e domani 18 giugno.
Per la prima volta in Italia uno studio su poco meno di due milioni di persone, seguite per otto anni, è riuscito a quantificare, spiegano gli analisti, l’impatto sulla salute mentale delle persone, a causa di un’esposizione cronica al particolato fine e ultrafine e dell’inquinamento atmosferico. Per ogni incremento di circa 1 microgrammo per metro cubo nella esposizione a particolato fine (PM2.5), il rischio di depressione aumenta del 13%, quello di disturbi d’ansia del 9%, di schizofrenia del 7%, soprattutto nella fascia di età compresa fra i 30 e i 64 anni.