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Secondo l’ultimo rapporto Federculture i dati raccolti sono veramente allarmanti se si pensa all’occupazione e al consumo culturale nel biennio 2019-2021. Primi segni di ripresa si assistono tra musei e bonus che arrivano per l’anno 2022.

Due anni di chiusure forzate e restrizioni hanno pesato tremendamente sul settore degli spettacoli al chiuso e all’aperto di cinema, teatri e concerti. I numeri del biennio 2019-2021 parlano di un -75% della spesa e crollo della fruizione con variazioni negative intorno all’80%. Non se la cavano molto meglio musei, mostre e affini con un calo della spesa delle famiglie del 26,6% e del 72% della fruizione.

Poi sono 55mila i posti di lavoro, per una variazione negativa pari al 6,7%, in più del triplo di quanto accaduto nell’occupazione totale (2,4%). In alcuni casi la perdita di posti raggiunge pure picchi del -11%, soprattutto tra i più giovani (under 35) con -12,6%.

Tenendo conto che solo nel 2021, l’occupazione culturale è stata di 771mila unità con una presenza di donne leggermente più elevata rispetto agli uomini (43,9% contro 42,2%). A livello territoriale, poi, il lavoro si è concentrato per la maggior parte nel Centro-Nord (82,3% contro 73,5%), segno di un evidente sottoutilizzo del patrimonio artistico e culturale del Mezzogiorno.

Nel 2021 la spesa media mensile delle famiglie italiane in ricreazione, spettacoli e cultura è di 99 euro, circa il 6% in più rispetto all’anno precedente (quando era 93,4 euro) ma che resta tra gli incrementi più bassi dei vari capitoli di spesa non alimentare. La spesa in cultura e ricreazione è infatti quella che si mantiene più lontana dai livelli del 2019 (-22% nel biennio 2021-2019).

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