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Fumo danneggia il cuore, non solo i vasi sanguigni

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Gli effetti negativi del fumo sulla nostra salute cardiovascolare sono risaputi da tempo. Ma uno studio danese presentato al congresso dell’European Society of Cardiology mostra che sono anche peggiori di quanto si pensasse.

«È risaputo che il fumo provoca l’ostruzione delle arterie, portando a malattie coronariche e ictus. Il nostro studio mostra che il fumo porta anche ad avere un cuore più spesso e più debole. Significa che i fumatori hanno un volume di sangue minore nell’atrio sinistro e meno energia per pomparlo nel resto del corpo. Più si fuma, e più peggiora la funzione cardiaca. Il cuore può recuperare in una certa misura abbandonando il fumo, quindi non è mai troppo tardi per smettere», commenta Eva Holt dell Herlev and Gentofte Hospital di Copenhagen in Danimarca.

L’associazione tra fumo e un maggior rischio di scompenso cardiaco è stata ampiamente dimostrata e dipende dalla maggiore rigidità e debolezza del muscolo cardiaco a causa del fumo. Significa che il cuore non è in grado di pompare adeguatamente il sangue e che agli organi non arriva la giusta quantità di ossigeno.

La novità dello studio presente, consisterebbe nell’aver analizzato in maniera più approfondita rispetto a quanto fatto in passato, l’impatto del fumo sulla struttura e funzionalità del cuore e nell’aver osservato più da vicino cosa cambierebbe quando si smetterebbe di fumare.

Gli scienziati danesi hanno selezionato i dati di 3.800 adulti tra i 20 e i 99 anni all’interno di un ampio studio danese che indagava i fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione generale (il 5° Copenhagen City Heart Study). Tutti i partecipanti, nessuno dei quali aveva problemi cardiaci all’inizio dello studio, hanno compilato un questionario indicando se fossero fumatori oppure no e, nel caso in cui lo fossero, quante sigarette fumassero all’anno. La funzionalità cardiaca è stata valutata grazie all’ecocardiografia, un esame a ultrasuoni che fornisce informazioni sulla struttura del cuore e sulla sue performance. I ricercatori hanno confrontato i risultati dell’ecocardiografia dei fumatori con quelle dei non fumatori dopo aver preso in considerazione gli altri fattori influenti come l’età, il sesso, l’indice di massa corporea, l’ipertensione, il colesterolo alto, il diabete e la funzionalità polmonare.

All’interno del campione, quasi una persona su cinque era fumatore (18,6%), mentre il restante il 40,9 per cento aveva smesso di fumare e il 40,5 per cento non aveva mai fumato. Rispetto ai non fumatori, i fumatori avevano un cuore più spesso, più debole e più pesante.

Giovanna Manna

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