Stati generali Natalità, le contestazioni e la replica della ministra Roccella. Solidarietà da parte della premier e presidente Mattarella

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La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, è stata contestata ieri da un gruppo di studentesse mentre si apprestava a prendere la parola agli Stati Generali della Natalità in corso a Roma. Alle contestatrici che sottolineavano che “sul mio corpo decido io”, la ministra ha replicato “nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne”, aggiungendo “è per questo che siamo qui perché oggi le donne non decidono liberamente se possono avere figli”.

Roccella, rivolta ai manifestanti ha preso il microfono e ha detto: “Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.  Ma la contestazione è proseguita. Una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, ma poi è stata interrotta dall’organizzatore Gigi De Palo dicendo: “Questo però è un monologo”. Quindi mentre la contestazione proseguiva proprio De Palo ha deciso di dare la parola ad altri ospiti, posticipando l’intervento della Roccella che ha abbandonato prima il palco e poi l’Auditorium.

“Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide dimettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”, ha affermato, in una nota, Eugenia Roccella.

Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee“, le parole della premier Giorgia Meloni sui social. “Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi. È ora di dire basta“, ha continuato. Un richiamo forte, capace di mettere in evidenza l’inquietante contraddizione di chi utilizza la violenza per imporre un pensiero soggettivo, spacciandolo come l’unico in grado di poter essere sostenuto.

Soclidarietà anche da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha telefonato alla ministra “Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”,

Giovanna Manna

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