In un asilo nido nella provincia di Milano due educatrici e la titolare della struttura sono finite agli arresti domiciliari. La segnalazione che ha fatto scattare l’inchiesta è partita nel 2023, dopo le dichiarazioni di ex educatrici che si erano rivolte alle forze dell’ordine. Secondo le indagini condotte le tre donne, “non cambiavano i bambini quando facevano i bisogni o urlavano contro i piccoli, usando toni aggressivi e un linguaggio scurrile”. Ma c’è dell’altro. Tra le varie accuse anche quella di aver “chiuso all’interno di uno sgabuzzino angusto e privo di finestre” alcuni bambini nella stanza dove si trovavano “detersivi, aspirapolvere e materiale per le pulizie”.
La struttura ospita 35 bambini, di età compresa tra 6 mesi e 3 anni. Le indagini dei carabinieri segnalate al gip sono state definite come “azioni criminali” che hanno messo in pericolo “l’incolumità psicofisica dei bambini, tutti in età di sviluppo”, hanno permesso di accertare con intercettazioni e telecamere urla “a breve distanza dal viso dei bambini” usate “a scopo punitivo” con l’utilizzo di “toni aggressivi ed espressioni scurrili”. Gocce d’acua fatte cadere dai biberon per svegliare i bambini. Intimidazione di stare con la testa sotto alle coperte. Insulti e minacce.
Infine la titolare dava “indicazione” di “falsificare i fogli presenze” per far figurare personale fittizio e risultare in regola “nel rapporto educatrici/ bambini” in caso di controlli da parte dell’Agenzia Tutela Salute.
I “bambini che diventano vittime e spettatori” e di “comportamenti prevaricatori, di sopraffazione e atti di violenza fisica e verbale” trasformati in “ordinario trattamento dei minori” e messi in atto da parte di professioniste a cui erano stati affidati per la “educazione” e la “cura” scrive il gip. I “soprusi” e le “violenze” non si sono fermate neppure dopo l’arrivo “del controllo delle forze dell’ordine”, conclude motivando le esigenze cautelari sul pericolo di reiterazione.
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