Non ce l’ha fatta il piccolo Francesco di anni 10, è morto nella notte prima della conclusione della procedura di accertamento di morte cerebrale. Per il vicino di casa, Paolo Sanna, si procederà all’espianto degli organi. È invece ferita alla testa ma non rischia la vita la madre dell’omicida: la donna ha una prognosi riservata di 30 giorni.
Non destano preoccupazioni le condizioni del figlio sopravvissuto alla strage, colpito di striscio.
L’operaio forestale di 52 anni, Roberto Gleboni, dopo una lite avvenuta nell’appartamento in via Ichnusa, ha ucciso la moglie, Giusi Massetti, 43 anni, la figlia Martina, 25 anni (da poco laureata aveva dedicato la tesi di laurea ai suoi genitori), e il figlio Francesco, di 10. L’altro figlio, di 14 anni, sotto shock, è stato colpito solo di striscio.
L’uomo ha poi aperto il fuoco contro un vicino di casa, Paolo Sanna, 69 anni, incontrato sul pianerottolo mentre usciva dall’abitazione, morto nella notte a causa delle ferite riportate. Subito dopo, l’operaio è andato in via Gonario Pinna, nell’abitazione della povera madre, 84 anni, Maria Esterina Riccardi, sparandole alla testa (per lei 30 giorni di prognosi). Qui il 52enne si è tolto la vita rivolgendo l’arma contro se stesso.
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