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Fancesca Morvillo e Giovanni Falcone: la storia di un grande amore in una Sicilia martoriata dalla mafia è al centro del film di Simona Izzo e Ricky Tognazzi in arrivo nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 15 maggio, distribuito da Adler Entertainment, e prodotto da Orange Pictures, Adler Entertainment, in associazione con Virtuoses Pictures con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo – Ministero della Cultura e della Sicilia Film Commission.

“Francesca e Giovanni” è interpretato da Ester Pantano nel ruolo di Francesca Morvillo, prima magistrata uccisa dalla mafia, e Primo Reggiani nei panni del magistrato antimafia Giovanni Falcone, entrambi dilaniati insieme agli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani dall’esplosione a Capaci della bomba di 500 kg di tritolo messa da Cosa Nostra il 23 maggio 1992.

Il film, scritto da Simona Izzo con Felice Cavallaro e Domitilla Di Pietro, parte dal 1979 in una Palermo sconvolta dalla guerra di mafia. Francesca Morvillo è sostituta procuratrice al tribunale dei minori di Palermo, il Malaspina e vive con il marito Giuseppe. Viene chiamata dal tribunale a seguire un caso di parricidio: Dino, un quindicenne cresciuto nei luoghi dove alberga la più efferata delinquenza, uccide il padre davanti agli occhi della madre. Senza tentennare e senza avere ripensamenti, Francesca rimane fedele ai suoi valori lottando contro un sistema giudiziario retrogrado (la riforma avverrà nel 1988), che vorrebbe solo punire i minori invece di educarli e offrire loro un futuro diverso da quello dei propri padri. Poi il destino la sorprende, regalandole l’incontro più importante della sua vita, quello con Giovanni Falcone. I due magistrati condividono fin da subito, non solo una forte chimica ma anche un sistema valoriale molto forte.

“Raccontare Francesca, far conoscere il suo amore per Giovanni e la sua vita per la giustizia ci ha spinti a questo progetto”, hanno detto all’ANSA Simona Izzo e Ricky Tognazzi durante le riprese. “Ci sono storie – proseguono – che nascono non solo dalla propria ispirazione, ma dall’obbligo morale e civile di ricordare chi è condannato alla damnatio memoriae, come Francesca Morvillo”. Francesca è stata una delle prime donne di legge ad occuparsi di minori, ma anche la prima consigliera della Corte d’Appello di Palermo. Oltre a ricordare il suo percorso professionale ed umano, “abbiamo raccontato, quasi esclusivamente attraverso il suo punto di vista, il contesto in cui si è trovata a vivere in una Palermo in assetto di guerra. Siamo entrati, con discrezione e rispetto, nell’intimità del rapporto tra Francesca e Giovanni. La loro – ha proseguito Izzo – è stata una grande storia d’amore e di condivisione degli stessi ideali di giustizia. Insieme hanno combattuto, aiutandosi reciprocamente nelle battaglia contro la mafia e insieme sono morti. Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione con gli altri sceneggiatori e al rapporto privilegiato che abbiamo intrattenuto con il giudice Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, e con sua moglie Anna”.

ph credit ansa