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Primi risultati dei test antidroga sullo skipper del taxi boat che il 12 luglio scorso, sul lago di Como, avrebbe speronato una barca causando la morte della turista olandese Julina De Lannoy di 33 anni. Come riporta il Messaggero, dagli esami è emerso che l’uomo alla guida del mezzo turistico fosse “sotto effetto di alcune sostanze stupefacenti”. Ma lui, un 45enne originario di Como, nega: “Ho solo bevuto tè energizzante“.

La giovane aveva noleggiato una barca insieme ad alcune amiche per fare un giro sul lago di Como: per guidarla, non c’è bisogno di avere la patente nautica. In base alla ricostruzione dei fatti, il natante guidato dal 45enne avrebbe speronato – per cause ancora tutte da chiarire – l’imbarcazione delle ragazze, facendo sbalzare Julina in acqua. L’uomo è stato il primo a buttarsi per poterla aiutare, portandola sul pontile in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Una volta recuperata, è stata trasportata all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia. Troppo gravi le ferite riportate dalla 33enne: la sua gamba è stata tranciata dall’elica dell’imbarcazione, facendola morire dissanguata. Sul posto erano intervenuti i sanitari di Areu, gli Opsa della Croce rossa di Lecco in idroambulanza, i vigili del fuoco, i militari della Guardia costiera, i finanzieri del Reparto operativo aeronavale, la polizia e gli agenti della Polizia locale.

Le indagini coordinate dal  Reparto aeronavale della Guardia di finanza.

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