Una donna di circa 50 anni, il 19 agosto scorso, sulla ciclabile di San Damaso era stata spintonata e aggredita, poi costretta a subire una violenza sessuale, da un giovane con il volto parzialmente coperto. L’aggressore era poi scappato via, ma la vittima aveva fornito un identikit che ha permesso alla polizia di individuarlo.
Le indagini sono partite dall’analisi delle celle telefoniche attivate nella zona, che hanno permesso di individuare l’utenza dell’indagato compatibile con la presenza sul luogo del delitto.
Durante la perquisizione che la procura ha disposto nei giorni scorsi, a casa sua sono stati trovati la forcella della bicicletta rubata alla vittima dopo l’aggressione e gli indumenti indossati il giorno dell’aggressione. Il telaio della bici è stato poi recuperato dai Vigili del Fuoco in un canale a Castelfranco Emilia. La vittima ha riconosciuto senza dubbi la forcella e il telaio della sua bicicletta.
Poi, soprattutto, le impronte digitali dell’indagato sono risultate compatibili con i frammenti individuati sul telefono cellulare e su una lente degli occhiali della vittima, sequestrati dalla Polizia Scientifica durante il sopralluogo. Il giovane, italiano, è stato portato in prigione su ordine del tribunale che ha accolto la richiesta della procura.
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