Secondo un recente studio, lo zenzero, è in grado di contrastare l’infiammazione e lo stress ossidativo. Lo studio in questione è stato pubblicato sul Journal of Herbal Medicine. (altro…)
I ricercatori dell’Università di Barcellona, aiutati da colleghi di altre istituzioni, hanno pubblicato i propri risultati di uno studio apparso su Antioxidants, che spiega come l’olio di oliva mantiene, anche se a un livello un po’ più basso, le proprie caratteristiche antiossidanti anche quando viene cotto. Questo olio è una delle principali fonti di grassi nella dieta mediterranea. La sua caratteristica principale sta nella sua composizione unica relativa a acidi grassi e nel suo contenuto relativamente elevato di elementi antiossidanti rispetto alle quantità di altre tipologie di olio.
Tra gli elementi antiossidanti più noti dell’olio di oliva i polifenoli. Come specificano gli autori dello studio in cui i ricercatori hanno simulato le condizioni di cottura di una normale cucina domestica, studiando quelli che sono gli effetti del tempo di cottura e i livelli di temperatura, da 120 a 170°, in relazione alla degradazione degli antiossidanti.
Ebbene, nel corso della cottura, Nel corso della cottura i livelli di polifenoli diminuivano del 40% a 120° e del 75% a 170°, rispetto ai livelli dell’olio crudo. La stessa cottura sembrava poi avere effetti sui singoli fenoli, tra cui l’idrossitirosolo, ma non sul contenuto totale del fenolo.
In generale, anche dopo la cottura, è emerso che il livello degli antiossidanti superava i parametri dichiarati come “salutari” dall’Unione Europea. In sostanza l’olio d’oliva cotto, come quello che si può utilizzare durante una semplice e comune frittura, continua ad avere proprietà, sebbene ad un livello un po’ più piccolo, di protezione dell’ossidazione delle particelle di colesterolo LDL, come spiega Julián Lozano, il primo autore della ricerca.
Un avocado al giorno può aiutare a tenere a bada il colesterolo ‘cattivo’, l’Ldl. È quanto dice una nuova ricerca scientifica condotta in Pennsylvania State University, pubblicata sul Journal of Nutrition. “Siamo stati in grado di dimostrare – spiega l’autrice principale, la professoressa Penny Kris-Etherton – che includendo un avocado al giorno nella dieta, si hanno meno particelle piccole e dense di Ldl rispetto a prima di cambiare regime alimentare. Si dovrebbe quindi prendere in considerazione l’aggiunta di avocado in modo sano, su un toast integrale o in una salsa vegetariana”.
Nello specifico, gli avocado hanno contribuito a ridurre le particelle di Ldl ossidate. Come l’ossigeno può danneggiare il cibo – ad esempio una mela tagliata diventa marrone – cosi secondo i ricercatori l’ossidazione è dannosa per il corpo umano. “Molte ricerche indicano che è la base per condizioni come il cancro e le malattie cardiache – aggiunge Kris-Etherton – sappiamo che quando le particelle di Ldl si ossidano, inizia una reazione a catena che può favorire l’aterosclerosi, l’accumulo di placca nella parete dell’arteria”. I ricercatori hanno reclutato 45 partecipanti adulti con sovrappeso o obesità. Tutti hanno seguito una dieta di due settimane che imitava quella americana media e permetteva di iniziare lo studio su basi nutrizionali molto simili agli altri.
Successivamente, ciascuno singolarmente ha completato cinque settimane di tre diverse diete: una povera di grassi, una moderata e una sempre moderata che però includeva anche un avocado al giorno. Così, dopo una dieta a base di avocado, i partecipanti avevano livelli significativamente più bassi di colesterolo Ldl ossidato rispetto a tutti gli altri regimi alimentari, e livelli più alti di luteina, antiossidante naturale. Secondo Kris-Etherton i risultati ottenuti, sembrano essere molto promettenti. “La ricerca nutrizionale sugli avocado – conclude il ricercatore americano – è un’area di studio relativamente nuova. Penso che siamo solo alla punta dell’iceberg della conoscenza del loro benefici per la salute”.
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