Il governo Renzi ha deciso di attivare tutte le misure necessarie per garantire la pensione a 32mila persone, esodate dai tempi della riforma Fornero.
In totale, con questa ottava salvaguardia, i lavoratori tutelati arriverebbero a quota 172mila.
A settembre sono state annunciate misure idonee da inserite nel ddl di Cesare Damiano del Pd, presidente della Commissione Lavoro della Camera, che dovrebbe essere approvato prima della discussione della legge di Stabilità, o in alternativa modificato tramite emendamento.
A coprire l’intera operazione, del valore di 1,8 miliardi di euro, il fondo da 11,7 miliardi da utilizzare anche per Opzione Donna.
Il referendum costituzionale si farà: a deciderlo è la Corte di Cassazione che ha ammesso la richiesta. Da ora il governo avrà 60 giorni di tempo per fissare la data della consultazione.
«Adesso la parola ai cittadini #bastaunsi», ha commentato su Twitter la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi. E ancora: «Adesso possiamo dirlo: questo è il referendum degli italiani», ha scritto in un post il Comitato per il Sì al referendum costituzionale, il premier Renzi su Twitter
La Suprema Corte ha dato il via libera al referendum convalidando le 500 mila firme raccolte dal Pd. Gli elettori saranno chiamati dunque alle urne tra il 50esimo e il 70esimo giorno successivo al decreto di indizione, che sarà firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’esecutivo dovrà decidere i tempi della consultazione, in un arco di tempo che va da domenica 2 ottobre a domenica 22 dicembre. L’ipotesi più probabile è quella di andare al voto a novembre, domenica 20 oppure 27.
Dopo un lungo e laborioso Consiglio dei Ministri: “E’ giunto il momento di mettere più denari per i rinnovi contrattuali della Pubblica Amministrazione, dopo sette anni senza aumenti di stipendio”. Ad annunciarlo è il premier Renzi.
Cgil, Cisl e Uil, si mostrano soddisfatte del risultato ottenuto.
Dice Carmelo Barbagallo, della Uil: “Se a un impegno così forte seguiranno i fatti, quella odierna sarà una svolta significativa”. Nel frattempo, nel corposo pacchetto di decreti attuativi della cosiddetta Riforma Madia, è messa mano pure alla riforma del Corpo della Forestale.
Il Senato ha approvato ieri l’articolo 1 del ddl sulle riforme costituzionali. Ha bocciato in un colpo solo i numerosi emendamenti dell’opposizione, preparandosi ad un confronto sull’articolo 2, dove sono attesi alcuni voti e uno scrutinio segreto. (altro…)
Sanità, il nuovo testo del maxi-emendamento parla di tagli di 2,3 miliardi l’anno, che partiranno già a partire da questo 2015. (altro…)
Il governo promette centomila assunzioni se passa il ddl oggi. (altro…)
Il canone Rai per il prossimo anno, rischia di diventare un’imposta a carico di tutti, anche se non si possiede una televisione.
Il canone rischia di diventare un’imposta, scrive Il Giornale: che dal 2015 sarà pagata anche da chi non ha la televisione.
Qualche settimana fa si parlava di un importo massimo di 65 euro, ma il nuovo sistema messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) potrebbe variare tra un minimo di 35 ad un massimo di 80 euro, in base al reddito delle famiglie.
Si attende ora l’ok dal premier, scrive ancora Il Giornale, e il canone-tassa Rai, che oggi costa alle famiglie 113,50 euro l’anno, sarà versato da tutte, indistintamente, indipendentemente, se si possiede o meno tv, radio ed internet.
In Aula alla Camera è passata la mozione del Pd che chiede il riesame del programma relativo ai caccia F35, puntando al dimezzamento del budget. (altro…)
Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha annunciato a nome del governo Renzi la volontà di porre la fiducia sul dl Lavoro nell’aula del Senato dove è in discussione il provvedimento. (altro…)
L’Italia prende come esempio la Francia e vuole erogare dei fondi da destinare ai maggiorenni residenti in Italia in base anche alla volontà del singolo di lavorare. (altro…)