Si chiama Paro ed è un cucciolo di foca, tenero e con il pelo morbido morbido, utile nella terapia contro la demenza negli anziani. Ma non è un animale vero. In realtà si tratta di un robot interattivo realizzato da Takanori Shibata, capo ricercatore dell’azienda leader giapponese Aist. Paro è stato presentato all’Istituto giapponese di cultura a Roma dal suo stesso papà e inventore, Shibata, che ha spiegato: “Questo cucciolo-robot può evitare l’utilizzo dei farmaci”.
La fochina è lunga 55 centimetri, pesa poco più di due chili e mezzo, muove gli occhi, la testa, le pinne anteriori e inferiori e ha un ampio numero di sensori che la rendono sensibile alla luce e al tatto su tutto il corpo, compresi i baffi. Riconosce la voce del paziente e grazie alla sua intelligenza artificiale apprende anche informazioni come il nome della persona e le sue caratteristiche personali e comportamentali. Ed è anche in grado di “giocare” con comportamenti autonomi, che riproducono quelli della foca naturale.
Shibata ha condotto diversi test clinici per investigare gli effetti terapeutici nei pazienti che interagiscono con il robot. Ebbene, non ci crederete, è emerso che i pazienti che ci giocano e interagiscono con essa hanno avuto miglioramenti molto importanti, sia a livello psicologico che fisiologico. Nei casi di demenza senile si è notato anche che l’interazione con Paro contribuisce a ridurre i sintomi fisiologici e comportamentali.
E’ accaduto nelle scorse settimane a Lucca, nell’istituto San Cataldo.
Una donna in stato vegetativo di minima coscienza, condizione vicina al coma vegetativo, ma in grado di mostrare una piccola reattività a qualche stimolo ‘elettivo’, ha risposto alla pet therapy avvicinando la propria mano a un labrador appositamente addestrato che era stato portato accanto al suo letto.
A rendere nota la notizia la stessa Azienda sanitaria, che spiega attraverso il dott. Andrea Bertolucci “Una paziente ricoverata da 5 mesi per stati vegetativi, riguardo alle condizioni della donna parla di “stato di minima coscienza”.
In occasione di una giornata di pet therapy nel centro, l’animale è stato portato anche accanto al letto della paziente: dietro ordini vocali semplici degli operatori alla paziente, la donna ha avuto una reazione muovendo la mano verso il cane. E’ stata poi aiutata ad accarezzarlo e, “a seguito della percezione tattile – spiega la Asl – ha assunto un’espressione del viso rilassata e distesa”
Arrivano i cani in corsia per i malati di Sla. “ConFido: quattro zampe in corsia”: è questo il nome del primo progetto scientifico di Terapia Assistita con il cane, in grado di dare benefici fisici e psicologici ai pazienti affetti da Sla e da malattie neuromuscolari. (altro…)
Una novità che farà piacere a tanti proprietari di animali domestici. . (altro…)
Il cane entra anche in corsia come accade al Policlinico San Marco di Mestre dove si sperimenta la pet therapy e la frequenza controllata degli animali in ospedale.
Si tratta di una sperimentazione, che va avanti da alcuni mesi in collaborazione con l’Ulss 12. (altro…)
Per lo stress pre-esami che colpisce tutti gli universitari sembra che ci sia ora un infallibile rimedio, la pet therapy. (altro…)
Lo Zoomarine, il Bioparco e l’ospedale San Carlo di Nancy-Idi, hanno ideato un programma di pet therapy (la terapia assistita con animali), rivolto a coloro che sono affetti da autismo, con delfini ed elefanti. (altro…)
Il Comune di Prato ha deciso di lanciare un’importante iniziativa: promuovere il rapporto tra animale d’affezione e proprietario anche all’interno di strutture socio-sanitarie, spiegando gli effetti benefici della pet therapy. (altro…)
Per aiutare tanti bambini affetti dall’autismo, l’ospedale romano Idi, il Bioparco della capitale e il parco acquatico Zoomarine, stanno portando avanti due diversi programmi di “pet therapy”, che coinvolgeranno, rispettivamente, delfini e lemuri. (altro…)
Sono oltre 600mila gli italiani colpiti dall’Alzheimer, una malattia che colpisce il cervello e, giorno dopo giorno, la vita stessa. (altro…)