Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato un nuovo Dpcm. Regole previste per questo nuovo provvedimento che entreranno in vigore dal prossimo 6 marzo e resteranno valide sino al prossimo 6 aprile 2021.
Il provvedimento dispone che ” è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto ad eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi».
Possibilità di visitare in due parenti e amici, ma resta comunque « fortemente raccomandato l’uso di dispositivi di protezione anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi. Con riguardo particolare alle abitazioni private, è inoltre, fortemente raccomandato, di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza».
Dalle ore 22 alle 5 del giorno successivo «consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. In ogni caso è fortemente raccomandato, per la restante parte della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi».
Nelle Regioni in fascia bianca, tale coprifuoco può essere anche ritardato.
In fascia bianca “regioni che si collocano in un livello di rischio più basso, scenario di tipo 1, ove la cui incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, sia inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, all’interno delle quali cessano di applicarsi misure relative alla sospensione o al divieto di esercizio delle attività”. Restano sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto, comprese le manifestazioni fieristiche e i congressi nonché le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, compresa la partecipazione di pubblico agli eventi e alle competizioni sportive.
Rimane il divieto di spostamento tra le regioni
Si può uscire soltanto per motivi di lavoro, salute e urgenza, con il modulo di autocertificazione. Si può andare nelle seconde case, ma soltanto se si trovano in fascia gialla o arancione.
Nelle seconde case si può andare ma solo se la casa non è abitata da altri soggetti. Attestazione che attesti di essere proprietari o affittuari da una data antecedente il 14 gennaio 2021 .
– Se la casa è in zona arancione scuro o rossa non ci si può andare.
– Chi vive in zona arancione scuro o rossa non può andare nelle seconde case anche se si trovano in fascia bianca, gialla o arancione.
Scuola
La chiusura delle scuole è disposta dai Presidenti di regione o province autonome, nelle quali gli stessi Presidenti delle regioni abbiano adottato misure stringenti di isolamento in ragione della circolazione di varianti di SARS-CoV-2 connotate da alto rischio di diffusività o da resistenza al vaccino o da capacita di indurre malattia grave; la stessa misura può altresì essere disposta dai Presidenti delle regioni o province autonome in tutte le aree regionali o provinciali nelle quali l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti oppure in caso di motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico».
Coloro che vivono in zona rossa, nemmeno una sola volta «nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi», portando con sé figli minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi.
Parrucchieri e barbieri non possono aprire. Il Cts ha confermato l’orientamento del governo.
Nelle giornate festive e prefestive in tutta Italia «chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie».
In zona rossa «chiusi i mercati, salvo le attività di vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici».
In tutta Italia – tranne che nella fascia bianca ma sulla base delle misure stabilite dal tavolo tecnico – rimane il divieto di aprire palestre e piscine.
Vietate feste, anche in fascia bianca. Discoteche restano chiuse.
L’Anif Eurowellness (Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness), ha inviato in questi giorni a Draghi una lettera per spiegare quale siano le esigenze dopo un periodo tanto lungo e difficile di chiusura.
Dopo aver commentato con favore l’intervento del premier Draghi alla Camera sullo sport (“Lei ha colto tutti gli elementi importanti di questo mondo, che vanno dall’educazione sportiva dei giovani alla salvaguardia della salute per gli adulti attraverso l’esercizio fisico e, non da ultimo, alla formazione dei tanti campioni delle Olimpiadi e dei Mondiali”), l’Anif ha evidenziato che il mondo della pratica sportiva conta di “1 milione di lavoratori, 100 mila centri sportivi, 20 milioni di frequentatori” e la crisi pandemica ha provocato un “mancato flusso economico di 9.5 miliardi di euro”. E ancora: “Questo danno economico-finanziario ha condannato alla chiusura definitiva molti centri sportivi e gli altri, per potersi riprendere, hanno bisogno di sussidi”, sottolineando poi “che i centri sportivi sono luoghi di prevenzione e non di trasmissione del virus, in quanto adottano protocolli severissimi per impedirne il contagio”.
E pertanto ha chiesto di “Riaprire presto, ricevere dei ristori necessari e sufficienti alla ripresa, portare a termine la riforma dello sport”. E quindi, prosegue ancora nella lettera “Ci auguriamo che al più presto Lei, Presidente, possa indicarci un referente nel campo dello sport, con il quale vorremmo, da subito, poter collaborare per completare il percorso che abbiamo fin qui fatto, cercando di concretizzare i tre punti fondamentali sopra citati. I tempi per salvare il settore sono ormai quasi esauriti, ci sono importanti scadenze il 28 febbraio per cui occorre intervenire con urgenza per non rischiare di perdere gran parte di quei 100mila centri che sono elementi portanti della pratica sportiva italiana”.
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