La bresaola è un alimento con poche calorie (100 gr ne contengono appena 150), e questo la rende un alimento, un salume super light.
E’ perfetta, infatti, per essere consumate nelle diete e in maniera veloce anche fuori casa.
Ma se mangerete prevalentemente bresaola vi farà perdere peso in soli 14 giorni, diminuendo di una taglia in pochissimo tempo. Attenzione, essendo un alimento molto saporito, non è indicata per persone che soffrono di pressione alta (essendo un alimento molto salato), o in gravidanza, o che hanno qualche malattia. Ecco come funziona:
A colazione scegliere una tazza di te, meglio se verde, e accompagnarlo con yogurt greco – o magro – e cereali. A pranzo preferire la pasta, meglio se integrale. La sera, invece, un bel piatto di bresaola accompagnata dalle verdure. Preferire sempre quelle di stagione. Un vero e proprio classico della dieta mediterranea è la bresaola accompagnata da rucola e scaglie di parmigiano reggiano e un pizzico di limone.
Alcuni, a piacere, aggiungono anche un filo d’olio. Un piatto gustoso, fresco e povero di grassi. Un altro piatto facile da preparare, inoltre, è anche un’insalata di spinaci con la bresaola – sempre come protagonista – oppure accompagnandola a degli asparagi o zucchine, magari lesse. Questo regime alimentare è perfetto soprattutto per chi fa molto sport.
I recenti dati raccolti dall’Airc (l’Associazione italiana per la ricerca contro il cancro), rivelano che rischiano di venire colpita una donna ogni 74, quasi nove volte di meno rispetto alle probabilità di sviluppare un cancro al seno. Questo però non significherebbe che ci si possa permettere di sottovalutare il problema, anzi. Anche perché c’è un dato piuttosto negativo da tenere in conto: il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi sembra essere soltanto del 38%, mentre per il carcinoma alla mammella si parlerebbe del 85%. Per tutte queste ragioni, la ricerca non si ferma e un nuovo importante passo compiuto in Italia, presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma.
E’ stato infatti scoperto un meccanismo che ne accelera la progressione.
Il merito è di tre proteine, i cui nomi sarebbero appunto beta-arrestina, p53 e YAP. Eppure è proprio grazie all’interazione che si attiva tra di loro a favorire la crescita della massa tumorale nelle ovaie. Spesso infatti questo tipo di cancro presenterebbe mutazione della particella p53, caratteristica che contraddistingue le forme più aggressive. Ma quello che hanno notato gli autori dello studio è che, una volta alterata, la proteina si lega a YAP, considerata una sorta di interruttore del cancro. Alla fine, si aggiunge anche la beta-arrestina e si viene a creare un connubio che rende la neoplasia inattaccabile dalla chemioterapia e da tutti gli altri tipi di cure che vengono tentati.
Si crea infatti un grossissimo legame fra tre proteine che impedisce al corpo umano di rispondere ai trattamenti
Più nel dettaglio, questo pericoloso tris è in grado di comunicare alle altre cellule maligne di ignorare il cisplatino, il farmaco che viene utilizzato nei cicli di chemioterapia mirati contro il carcinoma alle ovaie. Insomma, questa triade ordina nostro organismo di non rispondere ai trattamenti.
Ora che il meccanismo è stato scoperto, è possibile individuare nuove e più efficaci strategie di contrasto contro una patologia così grave e per la quale vengono diagnosticati più di 5mila casi l’anno.
Ma si può morire anche mangiando cibi che contengono troppe proteine? Ebbene sì. E’ quello che è successo a una giovane bodybuilder australiana di anni 25, Meegan Hefford, che stava conducendo un regime alimentare di cibi che ne contenevano in abbondanza per partecipare ad una competizione di bodibuilding a settembre, e non sapeva, come hanno scoperto i medici dopo la sua morte, di soffrire di una malattia rara che non permette al corpo di assumerne troppe. (altro…)
I legumi fanno bene alla salute, parola di esperti. Sono ricchi di proprietà nutrizionali, vitamine del gruppo B, minerali (calcio, potassio, magnesio), fibre, e per questo molto indicati per combattere diverse malattie. In primis, il diabete. Essendo considerati alimenti a basso indice glicemico, perché non causano pericolosi picchi di zuccheri nel sangue. (altro…)
Riempire il piatto di proteine egetali è stato associato a un minor rischio di morte. Un pericolo che, al contrario, aumenterebbe, per chi consuma al contrario più proteine animali, specialmente tra gli adulti se hanno anche abitudini errate e sono in sovrappeso.
A promuovere il consumo di alimenti proteici vegetali è uno studio condotto dall’Harvard Medical School di Boston, pubblicato su ‘Jama Internal Medicine’.
Mingyang Song del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School, insieme ai suoi colleghi, ha utilizzato i dati di due grandi studi statunitensi che hanno monitorato i consumi alimentari attraverso questionari per ben 32 anni.
Esaminando il rischio di morte per tutte le cause, e per cause specifiche, in tutti i volontari sottoposti ad osservazione qualora mangiavano più proteine animali o consumavano più vegetali, tra 131.342 partecipanti allo studio, 85.013 (64,7%) erano donne, con un’età media di 49 anni, è emerso che l’assunzione di proteine media, misurata come percentuale di calorie, è stata del 14% per le proteine animali e del 4% per quelle vegetali, con un incremento del 10% delle proteine animali sulle calorie totali associato a un rischio del 2% più elevato di morte per tutte le cause e di un +8% per decessi causati da malattie cardiovascolari.
Al contrario, mangiare più proteine vegetali associato a un rischio di morte del 10% più basso per tutte le cause, ha fatto emergere un incremento del 3% sul totale delle calorie, con un -12% di pericolo di morte cardiovascolare e l’effetto letale delle ‘scorpacciate’ di proteine animali è stato più pronunciato tra i partecipanti allo studio che erano obesi o bevevano pesantemente.
L’associazione tra proteine vegetali e mortalità più bassa, invece, risultato essere più forte tra i partecipanti allo studio che fumavano, bevevano almeno 14 grammi di alcol al giorno, erano in sovrappeso oppure obesi, erano pigri, avevano meno di 65 anni o più di 80 anni.
Per questo, rivelano gli esperti, sostituire il 3% delle calorie da proteine animali con quelle vegetali, è associato a un più basso rischio di morte per tutte le cause.
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