La musica in grado di attivare parti di cervello non compromesse dalla demenza senile. E’ il risultato ottenuto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo e dalla charity Playlist for Life di Glasgow, che sostengono infatti, che la musica vada ad attivare parti del cervello non compromesse dalla demenza senile, riuscendo così a far riaffiorare ricordi e memorie oramai perduti. (altro…)
E’ stato scoperto nel cervello un interruttore molecolare che permette di controllare la paura: i neuroni che controllano il cosiddetto ormone dell’amore, l’ossitocina. Pubblicata sulla rivista scientifica Neuron, la scoperta è il risultato della ricerca europea coordinata da Mazahir T. Hasan, della fondazione scientifica basca Ikerbasque, e alla quale l’Italia ha partecipato con l’istituto Nico (Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi) dell’Università di Torino, accanto a Spagna, Germania e Francia.
La ricerca, alla quale ha contribuito anche l’Italia con Ilaria Bertocchi dell’Istituto Nico, ha portato alla scoperta di una nuova fabbrica dei ricordi situata nella struttura del cervello chiamata ipotalamo, mentre finora si credeva che la sede fosse l’ippocampo. I risultati gettano ora nuova luce sui circuiti nervosi legati alla memoria della paura e potrebbero offrire ai ricercatori elementi nuovi per trattare disordini psichiatrici come ansia e disturbo da stress post-traumatico.
Scoprire questo meccanismo è stato possibile con una tecnica di analisi genetica che ha permesso di individuare e manipolare i neuroni dell’ipotalamo che producono l’ossitocina e che giocano un ruolo chiave sia nella nascita dei ricordi legati alle paure, sia nella capacità di richiamarli.
Queste cellule nervose e osservarne il comportamento ha permesso di vedere che comunicano con la struttura a forma di mandorla chiamata amigdala, cruciale nell’espressione della paura. Se stimolate dalla luce, le cellule dell’ipotalamo producevano infatti proteine che attivavano i neuroni dell’amigdala, mentre sotto l’azione di sostanze sintetiche li reprimevano. La conferma è arrivata quando esperimenti sui ratti hanno dimostrato che gli animali immobilizzati dalla paura hanno ripreso a muoversi normalmente quando sono stati stimolati i neuroni dell’ipotalamo.
Un gruppo di ricercatori italiani ha trovato otto connazionali che presentano una iper-memoria autobiografica: la capacità prodigiosa di ricordare anche i dettagli più banali di una giornata qualunque di dieci anni fa, dai vestiti indossati ai cibi consumati. (altro…)
Un gruppo di studiosi della Northwestern University Feinberg School of Medicine con a capo Katherina Hauner, come riportato dalla rivista Nature Neuroscience, è riuscito a ridurre la paura associata a una memoria traumatica esponendo il soggetto ad un segnale che legandolo ad un odore, durante il sonno, coinvolgendo, così, 15 persone alle quali sono state praticate delle scariche elettriche mentre guardavano volti diversi. (altro…)
Non sempre nel sonno i ricordi negativi si smorzano, pare, infatti, secondo quanto dichiarato da Rebecca Spencer, della University of Massachussetts, dai risultati emersi dal suo studio, il quale, è riuscito a dimostrare, che il sonno può anche avere un ruolo di “protezione” dei brutti ricordi, e, pertanto, rafforzare la memoria. (altro…)