I leader europei sono arrivati ad un accordo, ovvero, a come intraprendere azioni di emergenza volte a fermare la grande spirale dei costi di finanziamento innescatasi in Italia e Spagna per creare così, un organo supervisore per il settore bancario nella zona Euro entro la fine dell’anno. Si tratta dunque, di un primo passo verso un’unione bancaria europea.
Rispondendo alle richieste dei leader degli Stati di Spagna e Italia, il summit notturno che ha coinvolto ben 17 paesi della zona euro, durante il quale si sono accordati sulla possibilità di adoperare i fondi di salvataggio per stabilizzare i mercati dei bond senza obbligare i paesi che rispettano i vincoli di bilancio comunitari ad adottare misure di austerità straordinarie o riforme economiche.
Ebbene dopo ore ed ore di negoziato, i leader Ue sono giunti alla conclusione che il futuro fondo di salvataggio permanente del blocco, ovvero l’Esm (European stability mechanism) potrà essere in grado di prestare denaro direttamente con lo scopo di ricapitalizzare le banche senza far aumentare il deficit di bilancio del Paese interessato e senza una status preferenziale.
Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy ha rivelato che lo scopo è quello di creare un meccanismo ben definito che faccia da supervisione coinvolgendo la Banca Centrale Europea entro la fine dell’anno, rompendo così, il circolo vizioso che si è venuto a creare tra banche e debito sovrano.
Van Rompuy ha a sua volta, sottolineato che per i Paesi che sono in regola con le leggi europee di bilancio, avranno la possibilità accedere ai fondi europei di salvataggio Efsf e Esm per supportare i titoli di Stato sui mercati finanziari.
Mario Monti, ai giornalisti, ha spiegato che l’Italia non intende “a questo punto” fare richiesta del sostegno di emergenza.
I Paesi che al contrario, richiederanno il sostegno ai bond dal fondo di salvataggio dovranno siglare un memorandum of understanding che stabilistica il loro impegno sulla politica esistente e un accordo sulla tempistica.
Tali Stati, non dovranno affrontare l’intrusione della Troika dei prestatori internazionali, come già accaduto alla Grecia, l’Irlanda e il Portogallo, ha aggiunto Monti.
Il premier italiano e quello spagnolo, Mariano Rajoy, si sono rifiutati di siglare il pacchetto di crescita da 120 miliardi di euro finché la Germania non avrà approvato le misure in un breve termine per allentare il costo del credito di questi Paesi.
Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è detta soddisfatta dell’accordo raggiunto.
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