Ha iniziato a pagare il pizzo venti anni fa. Tremilioni di lire al mese alla “famiglia” mafiosa di Bagheria. Poi arrivano minacce e soprusi durati vent’anni da parte dei boss.
Un imprenditore è finito sul lastrico e ha dovuto chiudere la sua attività commerciale. Alla fine però si è ribellato denunciando i suoi estorsori.
È una delle tante storie delle vittime del racket scoperte dai carabinieri di Palermo che hanno eseguito 22 provvedimenti cautelari a carico di capimafia dei clan bagheresi.
Con la vittima hanno scelto di denunciare dopo anni di silenzio anche altri 35 commercianti e imprenditori della zona: una ribellione che segna una svolta decisiva ed importante nella lotta a Cosa nostra.
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