Meningite, aumentano i casi in Toscana. Come riconoscerla, sintomi e precauzioni

È ricoverato da ieri pomeriggio, domenica 27 marzo, in prognosi riservata nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale ‘San Giuseppe’ di Empoli, per meningite da meningococco di tipo C, un giovane uomo di 27 anni, residente in Lombardia, temporaneamente domiciliato a Montelupo Fiorentino.

La conferma che si tratti di meningite da meningococco di tipo C è arrivata già l’altro ieri dal Laboratorio di analisi dell’Azienda universitaria ospedaliera Meyer di Firenze. Il giovane non è vaccinato.

L’unità funzionale di Igiene Pubblica del dipartimento di Prevenzione di Empoli ha immediatamente attivato le procedure per la profilassi e sta sottoponendo a copertura antibiotica le persone che nei giorni precedenti hanno avuto contatti stretti e ravvicinati con il paziente. Effettuata prontamente un’inchiesta epidemiologica dalla quale è risultato che la persona ha frequentato l’‘Antica Trattoria del Turbone’ di Montelupo Fiorentino, solo la sera di martedì 22 marzo dalle ore 20 alle ore 21.

Sempre più spesso si sente parlare di meningite. Ciò che preoccupa secondo gli esperti è il preoccupante calo delle disdette per la vaccinazione contro il meningococco C soprattutto in alcune regioni, Toscana in primis. Oltre 16 i casi di meningite accertati dall’ inizio dell’anno.

Secondo i dati diffusi dall’Asl, se a febbraio solo nell’area fiorentina erano state 68.170 le prenotazioni, a marzo, contando anche quella pratese e pistoiese, si era scesi a 22.953. Le disdette 12.186. Cresce dunque la preoccupazione per questa reticenza a vaccinarsi, soprattuto se si ha tra gli 11 e i 20 anni.

E’ importante, spiega l’Asl, che in questa fascia di età si raggiunga una copertura elevata: sono i giovani che spesso ospitano in faringe il meningococco, i cosiddetti ‘portatori sani’. Perché assicurano gli specialisti con “la profilassi vaccinale sarebbe ossibile ridurre il rischio di diffusione” delle infezioni.

L’intenzione è dunque quella di vaccinare entro l’estate almeno il 70% della popolazione residente, ma è “un obiettivo che si sta allontanando sempre più”.

Ma come riconoscere i primi sintomi da meningite?

Un’ora di attesa può essere fatale. Quando parliamo di meningite ci si riferisce ad un’infiammazione delle meningi, e i sintomi più frequenti sono febbre alta, rigidità nucale, collo rigido, in certi casi anche confusione mentale. Quando c’è anche una sepsi, cioè una setticemia, può essere presente la meningite o no: si avranno allora febbre elevata, macchie rosse ovunque, in particolare modo sulle gambe. Sono questi i casi più gravi, dove c’è un’infezione generalizzata, non localizzata nella meninge. Bisogna intervenire subito, perché l’infezione ha un decorso molto rapido che porta anche al decesso.

Per chi viene a contatto con persone malate, deve essere somministrata la profilassi con antibiotico.

Le precauzioni

Cambiare spesso l’aria, lavarsi frequentemente le mani, sono accorgimenti fondamentali per impedirne il contagio: lo ha ricordato anche nei suoi appelli, Francesco Menichetti, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale di Cisanello, Pisa.