Le coppie che devono ricorre alla fecondazione eterologa per poter concepire un figlio, anche se da due anni è legale, sono costrette a ricorrere a privati, alle banche del seme sul web e anche a social network per gli scambi in provetta.
Dopo la sentenza della Consulta il divieto di ricorrere a gameti esterni alla coppia nella procreazione medicalmente assistita non c’è più, ma è come ci fosse ancora. L’attuazione della tecnica negli ospedali pubblici è pressoché inesistente.
A oggi, a essersi attrezzate sono solo 3 regioni: Emilia Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia.
Così, tutti gli altri si ritrovano a comportarsi come quando c’era il divieto – ricorrendo a cliniche estere.
Ma c’è chi, potendoselo permettere, si rivolge anche a quelle private e chi, trovando soluzioni folk propone lo scambio in provetta sui social network o cerca le banche del seme online.
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