Il Tar del Lazio ritiene infondati i ricorsi presentati dalle associazioni e dai movimenti per la vita contro il Decreto del Commissario ad acta sulla riorganizzazione delle attività dei consultori della regione.
I giudici hanno dunque stabilito che:
– le ‘pillole del giorno dopo’ non sono farmaci abortivi ma semplici contraccettivi, come stabilito anche, con dati scientifici, dall’Agenzia italiana del farmaco – Aifa e dalla sua omologa europea, Ema.
– l’obiezione di coscienza da parte dei medici, per quanto previsto dalla legge 194, non si può applicare alla certificazione dello stato di gravidanza, attestazione necessaria per l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), perchè non riguarda l’IVG ma è la semplice attestazione di uno stato di salute.
Non ci sarebbe dunque, secondo i giudici, nessun motivo per avanzare da parte dei medici, la loro obiezione di coscienza nei consultori familiari pubblici.
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