I ricercatori della Binghamton University, nello Stato di New York, hanno creato un modello intestinale dopo aver esaminato la capacità dell’intestino di assorbire i nutrienti e agire come barriera agli agenti patogeni, scoprendo che è “significativamente diminuita” grazie all’esposizione cronica a nanoparticelle di biossido di titanio, additivo presente in tantissimi alimenti, caramelle e gomme da masticare e altro tipo di dolciumi consumati soprattutto dai più piccoli.
Il composto chimico rilevato, spesso indicato in etichetta come E171, si troverebbe un po’ ovunque e sarebbe riconosciuto sicuro dalla Food and Drug Administration. Verrebbe utilizzato ad esempio per la pigmentazione bianca in vernici, carta e plastica o nelle creme solari per bloccare i raggi Uva. Ma una volta entrato nel sistema digerente attraverso dentifrici, cioccolato, zucchero a velo, maionese e caramelle e gomme, presente sottoforma di nanoparticelle, diventerebbe molto difficile da smaltire da parte dell’organismo a causa della sua microscopica misura.
L’esposizione acuta non avrebbe un ha particolare effetto, ma quella cronica sì, in quanto diminuirebbe l’assorbimento sulla superficie delle cellule intestinali chiamati microvilli, indebolendo la barriera intestinale, rallentando il metabolismo e limitando l’assorbimento di alcuni importanti nutrienti, come ferro, zinco e acidi grassi. Gli enzimi, infine, sarebbero compromessi e i segnali di infiammazione aumentati.
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