Bambini in movimento sono più intelligenti degli altri

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Secondo un recente studio, condotto dall’Università di Toronto, il movimento rende i bambini (e gli adulti) più intelligenti. L’attività fisica preserva, il nostro e il loro organismo e salute intellettiva. Agendo su vari meccanismi fisiologici svolge un ruolo positivo anche per le funzioni cognitive. Benefici che si estendono poi in tutto l’arco della vita.

Parcheggiare i propri figli davanti alla Tv, uno smartphone o un pc è controproducente: parola di esperti.

Secondo i quali, infatti, oltre ad esporli ad un rischio di diabete, malattie cardiovascolari, si aggiungerebbero anche problemi di deficit dell’attenzione e comportamentali. Una mancanza di movimento potrebbe invece causare anche dei deficit cognitivi.

Ecco allora, che il bambino-adolescente che corre, va in bici, gioca a calcio e pratica attività fisica costante ha la possibilità di migliorare le sue funzioni cognitive, mantenendole funzionali ed efficienti anche nel corso degli anni.

A confermarlo un studio condotto su ottanta topolini suddivisi in due gruppi: uno incaricato di condurre una vita sedentaria in quanto poteva utilizzare solo una ruota simile a quella dei criceti ogni volta che lo desiderava.

Da tale esperimento, è emerso che gli animali che facevano movimento avevano un cervello più giovane e attivo rispetto a quelli che stavano invece sempre fermi.

Dopo sei mesi di ruota a un gruppo, e sedentarietà a un altro, i ricercatori hanno allestito una nuova stanza collocando una gabbia diversa da quella in cui erano abituati a vivere in precedenza i topolini. Ebbene, usando una tipica tecnica di condizionamento, gli scienziati hanno insegnato ai topolini che ogni volta che venivano portati all’interno di tale gabbia sarebbero stati sottoposti a una piccola scossa elettrica.

Così, qualora venivano trasferiti lì dentro reagivano immobilizzandosi dalla paura, in ricordo della scossa subita nei giorni precedenti.

Quindici giorni dopo, i topolini venivano sottoposti a situazioni simili ma non identiche, posizionando un’altra gabbia – identica a quella della scossa – ma in una nuova stanza completamente diversa.

Essi, allora, si muovevano sempre e avevano una memoria nettamente più sviluppata.

Erano anche in grado di comprendere che la gabbia era simile ma non uguale. Cosa che accade perché l’attività fisica stimola la produzione di nuovi neuroni nel cervello. La cosiddetta neurogenesi in età adulta che viene favorita però, solo nel caso in cui da giovani si è fatta molta attività fisica e costante.

Giovanna Manna

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