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Sla, nuove terapie, ma aumentano i casi nelle donne

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La SIN annuncia incoraggianti novità nel campo della ricerca scientifica sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), malattia neurodegenerativa associata ad una progressiva compromissione della muscolatura volontaria.

“Nel corso degli ultimi mesi si è assistito a promettenti progressi nell’ambito delle possibilità terapeutiche per la cura della SLA – ha dichiarato Adriano Chiò, Responsabile del Centro SLA del Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino e Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino – è stata dimostrata, infatti, l’efficacia di nuove molecole per il rallentamento del decorso della malattia e, oggi, una di queste molecole è disponibile anche in Italia. Inoltre, per le forme di SLA di origine genetica sono stati avviati studi con farmaci innovativi, i cosiddetti oligonucleotidi antisenso, potenzialmente in grado di inibire i meccanismi patogeni del gene affetto. Anche nella ricerca dei meccanismi alla base della malattia – prosegue il Prof. Chiò – sono stati fatti importanti passi in avanti con l’individuazione di nuovi geni e l’identificazione dei meccanismi biologici di geni già noti”.

Per ciò che riguarda la diagnosi, le tecniche si vanno sempre più affinando grazie ai contributi delle neuroimmagini (risonanza magnetica e PET) ma anche grazie all’individuazione di nuovi biomarcatori, quali i neurofilamenti a livello sia ematico sia liquorale, che potranno in futuro essere utilizzati anche per prevedere la velocità di progressione della malattia a partire dal momento della diagnosi.

In aumento i casi di SLA nel mondo, in parte a causa dell’aumento della durata media di vita della popolazione generale: si stima infatti che la sua prevalenza tenderà a salire nei prossimi 25 anni di circa del 20% nei Paesi industrializzati, mentre di oltre il 50% nei Paesi del poveri, del terzo mondo.

Infine, stando agli esiti di studi epidemiologici condotti per periodi molto lunghi, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che sono in aumento i casi di questa malattia, nel sesso femminile.

Giovanna Manna

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