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Vicenza: al S. Bartolo c’è la termoculla del futuro, in grado di riprodurre il battito e il respiro della mamma

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L’ospedale S. Bortolo di Vicenza è il primo ospedale in Italia e il terzo al mondo – dopo quelli di Santiago del Cile e di Eindhoven in Olanda – ad avere una termoculla, molto speciale. In grado di far percepire ai bambini ricoverati in Patologia Neonatale, in quanto nati prematuri o con altre patologie, il battito cardiaco e il respiro della mamma, ricreando così la sensazione di essere sempre a contatto diretto con lei.

Si tratta di BabyBe, una tecnologia ideata dal dott. Camilo Anabalon, neonatologo e ricercatore cileno, basata su uno specialissimo cuscino in softgel creato da un’azienda vicentina, la Technogel Italia di Pozzoleone.

La termoculla, è un primo cuscino realizzato con uno speciale “Technogel”, che avvicinato al ventre della madre, riconosce il battito cardiaco e il movimento del torace a seguito del respiro, li trasforma in segnali che vengono inviati via wireless al cuscino nella culla termica e che, grazie al technogel, trasferisce al neonato la sensazione di vicinanza fisica alla madre; non solo, ma anche la musica e la voce della madre possono essere trasmesse al materassino, attraverso un dispositivo sonoro esterno.

Come spiega il dott. Massimo Bellettato, direttore dell’U.O.C. di Pediatria dell’ospedale vicentino, tale tecnica, rende più sereno e fisiologico lo stare nella termoculla, inoltre si riducono i livelli di cortisolo, ormone dello stress che può influire negativamente sul benessere del bambino.

Giovanna Manna

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