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Ultimi studi attestano che non esiste alcun legame evidente tra Sclerosi Multipla e Ccsvi

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Non ci sarebbe alcuna evidenza scientifica sulla correlazione tra sclerosi multipla e Ccsvi, alla base del cosiddetto ‘metodo Zamboni’. A sostenerlo i ricercatori che si sono riuniti in un convegno promosso dalla Societa’ Italiana di Neurologia, in occasione della XVI edizione della Settimana Mondiale del cervello.

Il termine CCSVI sta ad indicare una insufficienza Venosa Cerebro-Spinale Cronica cioe’ una difficolta’ di deflusso del sangue dal cervello e dal midollo spinale, causata dalla presenza di restringimenti o occlusioni nelle vene del collo, del torace o della colonna vertebrale.

Secondo gli studi pubblicati da Zamboni esisterebbe un’associazione tra SM e segni di CCSVI nella totalita’ dei malati di sclerosi multipla, dovuta ad un reflusso venoso cerebrospinale che possa determinare un aumento della pressione endovenulare nonchè un danno della barriera ematoencefalica, seguiti da deposito di ferro nel tessuto che genera il processo infiammatorio immuno-mediato proprio della SM.

Purtroppo, però, i due studi condotti all’Universita’ di Padova, il primo pubblicato su Annals of Neurology ed il secondo in fase di pubblicazione su Neurology, non hanno evidenziato una alterazione dell’emodinamica venosa cerebrale. Pertanto a questo punto i dati raccolti, non confermano l’associazione tra CCSVI ed SM evinta dal prof. Zamboni.

Anche i ricercatori americani dell’Universita’ di Buffalo, utilizzando la stessa tecnica del Prof. Zamboni su 500 soggetti, riscontrando la presenza di CCSVI nel 56% dei pazienti con SM ma anche nel 23% dei controlli sani.

In Germania, Olanda, Libano, Svezia, Canada, invece, non hanno confermato la presenza di CCSVI nella SM.

A questo punto, gli esperti, vanno molto cauti nel stabilire quale sia il ruolo esatto della CCSVI nella sclerosi multipla e, ad oggi non si puo’ neppure escludere che la CCSVI possa, anche, essere la conseguenza della malattia, in qualche modo legata al danno neurologico e alla disabilita’ che la sclerosi multipla comporta.

Il Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della Societa’ Italiana di Neurologia ribadisce che ad oggi, non esista alcuna indicazione a sottoporsi ad intervento chirurgico per correggere una CCSVI, proprio perche’ il rapporto tra CCSVI e SM non e’ certo. In assenza di procedure diagnostiche standardizzate e di chiara dimostrazione di un rapporto tra CCSVI e SM, e pertanto, non e’ in alcun modo indicata la correzione chirurgica anche in caso di anomalie documentate del sistema venoso, dal momento che le stesse anomalie possono essere presenti anche in persone sane oltre che in altre malattie neurologiche.

Giovanna Manna

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