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Camminata veloce, per dimagrire e mantenere in forma cuore e cervello

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Non basta camminare. Conta anche la velocità del passo che si fa, soprattutto nella mezza età. Tanto più il cervello e l’intero organismo si mantengono giovani, tanto più si riduce l’impatto del tempo che passa sul nostro organismo.

Chi cammina più lentamente tende ad accelerare i processi di invecchiamento. Pur senza adottare un contachilometri, non bisogna mai dimenticarsi di quanto sia importante camminare celermente. E se non lo avessimo ancora presente, ecco allora che ad aiutarci arriva una nuova ricerca dagli Usa, pubblicata su Jama Network Open, che mostra proprio come il camminare, più rapidamente nella mezza età “senta meno” incida positivamente sul metabolismo ed alcuni organi essenziali.

Secondo i ricercatori, infatti, la misurazione del tempo di una passeggiata ed i chilometri percorsi a 45 anni potrebbe diventare uno strumento efficace per valutare il futuro delle attività cerebrali in età più avanzata. Secondo Terie Moffit della Duke University, docente di Psicologia e Neuroscienze oltre che tra gli autori dello studio, “le persone che vanno lentamente hanno perduto una maggior quantità di volume cerebrale nella mezza età ed hanno prestazioni fisiche e mentali meno efficienti in confronto a chi invece tiene un ritmo di camminata più veloce”.

Quando si parla di velocità del passo, occorre sempre considerare questo parametro in relazione all’età. Nello studio, il confine tra lentezza e velocità è stato fissato intorno a poco più di un metro per secondo. Le persone di mezza età che vanno più lentamente in qualche modo mostrano i segni di un invecchiamento più precoce e rapido.

L’andatura più rapida, al contrario, è un indice che comprende un insieme di positività per l’organismo: chi si muove velocemente ha cuore e polmoni più in forma e in salute, una valida resistenza allo sforzo, una positiva capacità di reazione di muscoli, tendini ed articolazioni. Insomma presenta un corpo nel complesso generale più tonico.

Lo studio ha preso in esame quasi 1.000 persone, nate tra il 1972 e il 1973, alla soglia dei 45 anni. Prima i partecipanti hanno camminato sulla strada al loro passo abituale, poi in modo più rapido ed efficace possibile. In tutti è stata eseguita anche una risonanza magnetica cerebrale per rilevare segni precocissimi di decadimento cognitivo, oltre a una serie di test fisici e mentali. Risultato?

Le persone che avevano il passo più lento avevano segni di invecchiamento precoce più rapido.

Mantenersi in forma è anche una forma preventiva per il cuore e i polmoni. Meglio, ancora, se si cammina ad un passo sostenuto, per strada all’aria aperta o in palestra o a casa su tapis roulant o una nuotata al mare, in piscina, o gita in bicicletta, compatibilmente, con gli sforzi che il corpo si sente di sopportare.

L’esercizio fisico oltre ad agire sul metabolismo a riposo, diminuendolo progressivamente, influenza anche la produzione di calore provocata dagli alimenti. Questo fenomeno, estremamente interessante sotto il profilo scientifico, è mediato da una serie di segnali ormonali specifici.

In particolare l’attività fisica regolare agisce direttamente sulla Corticotropina (CRF) in grado di indurre una riduzione delle calorie introdotte e un aumento del consumo di energia, al contrario del Neuropeptide Y che ha un’attività diametralmente opposta. Con l’esercizio fisico, quindi, si favorisce la sintesi di CRF e si consumano più calorie.

Per questo, muoversi regolarmente è una vera e propria panacea per tenersi in forma, aiutando cuore, articolazioni, polmoni e cervello a lavorare al meglio e contrastando anche il sovrappeso. Lo dicono le ricerche scientifiche: l’aumento dell’attività fisica da solo o in associazione a un trattamento dietetico consente di creare un deficit nel bilancio calorico e quindi di favorire il calo di peso.

In particolare con l’attività fisica si può ottenere un calo del 2-3 per cento del peso e dell’Indice di Massa Corporea. Inoltre l’attività fisica regolare favorisce la ridistribuzione del grasso corporeo, facilitando la perdita dei grasso in eccesso intraddominale considerato particolarmente a rischio per la salute.

Giovanna Manna

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