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Terremoto a Napoli, sciame sismico ai Campi Flegrei: la magnitudo più alta di 3.8

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Una forte scossa di terremoto  è stat registrata nella prima serata di ieri 7 settembre 2023 a Napoli, nella zona dei Campi Flegrei, Solfatara, e zone limistrofe.

Il sisma è stato avvertito soprattutto nella zona Vesuvio, Fuorigrotta e quartieri alti, nonché Comuni vesuviani, di Portici e di San Giorgio a Cremano, oltre che nelle zone flegree di Pozzuoli Quarto, e nell’area a nord di Napoli (Villaricca, Mugnano e Marano). Scossa registrata anche dal sismografo di Campobasso, in Molise, di magnitudo 3.8.

Viene  da uno sciame sismico di diverse settimane.

Il sollevamento del suolo nell’area dei Campi Flegrei è in corso dal 2012 ed è costantemente accompagnato da terremoti, di solito di magnitudo inferiore a 3. Questa volta la magnitudo superiore, e il fatto che fosse più in superficie, ha fatto si che spaventasse maggiormente la popolazione.

Paura, ma nessun danno, per fortuna, a persone o cose, come ha reso noto anche il Dipartimento di Protezione Civile.

Al momento non ci sono segnalazioni in corso, anche se si sono verificate scene di panico con gente che è scesa per strada.

La prima scosa dello sciame sismico in corso ai Campi Flegrei, di 1,7 chilometri.

La situazione dei Campi Flegrei, Solfatara, come ha sottolineato il vulcanologo Macedonio, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv “ha visto una forte crisi fra il 1983 e il 1984, quando il suolo si è sollevato in modo molto rapido e il fenomeno è stato accompagnato da circa 16mila terremoti in due anni, frequenti ma piccoli, di magnitudo inferiore a 3”. In seguito il suolo ha cominciato ad abbassarsi in modo silenzioso, senza che avvenissero terremoti e nel 2012 ha iniziato nuovamente a sollevarsi, molto più lentamente che nel 1983-84. Un fenomeno, questo, accompagnato sia da terremoti nella zona di Pozzuoli che  in mare. Ora, però, ha sottolineato ancora Macedonio:  “Nelle ultime settimane stiamo osservando un sollevamento di circa 1,5 centimetri al mese e la frequenza dei terremoti sta aumentando”.  Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi saranno effettuate nuove osservazioni per capire se lo sciame sismico è associato a movimenti di fluidi, si controllerà il sollevamento dell’area con l’aiuto di gps e satelliti e si analizzeranno i dati geochimici relativi a flusso, temperatura e composizione chimica dei gas. “Osserveremo l’evoluzione della situazione, per capire se il processo di sollevamento stia subendo delle accelerazioni”.

Infine, “anche ha sottolineato l’esperto “a oggi non ci sta dando indicazioni di variazioni repentine rispetto al trend osservato negli ultimi 10 anni“.

Tuttavia, l’attenzione di sismologi e vulcanologi su quanto sta accadendo “è costante”.

 

foto crediti youtube

 

Giovanna Manna

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