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stefano feniello e l afidanzata francesca
I soccorritori scavano senza sosta tra le macerie e la neve che si è abbattuta con una valanga sull’hotel Rigopiano, il 18 gennaio, di alcuni giorni fa.

Finora, i sopravvissuti accertati sono 11, cinque i morti, 23 i dispersi segnalati. Ai due sopravvissuti recuperati all’alba di giovedì – il cuoco Giampiero Parente e il manutentore dell’hotel Fabio Salzetta – si aggiungono la moglie di Parete, Adriana Vranceanu, e i loro due figli Gianfilippo e Ludovica, oltre ad altre due bambini: Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo, che fanno parte del secondo salvataggio.

Estratte vive ieri, altre quattro persone, due uomini – Giampaolo Matrone (lievemente ferito) e Vincenzo Forti – e due donne, Francesca Bronzi e Giorgia Galassi.

Riconosciute altre tre salme: si tratta di di Sebastiano Di Carlo, 49 anni, di Loreto Aprutino (Pescara), della moglie Nadia Acconciamessa, papà e mamma di Edoardo, e di Barbara Nobilio, di 51 anni, anch’essa di Loreto Aprutino.

Oltre ad Edoardo che ha perso entrambi i genitori, non si sa ancora nulla dei genitori di Samuel Di Michelangelo, il poliziotto, Domenico, 41 anni, di Chieti, e Marina Serraiocco, che vivono a Osimo (Ancona). A queste si devono aggiungere il maitre dell’hotel Alessandro Giancaterino e il cameriere Gabriele D’Angelo.

Mistero invece sulla sorte di Stefano Feniello, che risultava nella lista dei sopravvissuti di ieri insieme alla fidanzata Francesca Bronzi.

Il padre ha dichiarato al Corriere della sera, che del figlio non si sa nulla. “Ci dicono che dobbiamo aspettare. Sono venuti il presidente della Regione, il questore e il prefetto di Pescara a dirci una cosa precisa. Il prefetto ci ha detto: tutto quello che vedete sui media e quello che sentite dire non conta niente, vale solo quello che vi dico io. E ci ha detto che i lavori, lì sulla valanga, andavano avanti, che avevano individuato cinque persone vive delle quali lui aveva i nomi. Fra quelle persone mio figlio era il secondo della lista. La sua fidanzata Francesca era al terzo posto. Mi hanno dato la speranza e poi me l’hanno tolta. – Ha continuato il Alessio Feniello. – Io ho contato i minuti da ieri sera, ho guardato dentro ogni ambulanza che arrivava qui. Ho immaginato di abbracciare Stefano a ogni sportellone che si apriva. Prima che mi dicessero del suo nome in quella lista di sopravvissuti, io ero già morto al solo pensiero di sapere Stefano da qualche parte lassù. Mi hanno fatto rinascere e adesso è come se fossi morto di nuovo”. Poi “sono venuti a giustificarsi per l’errore, mi hanno spiegato, mi hanno detto che dobbiamo attendere e che in realtà non hanno nessuna notizia certa su Stefano”.

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