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Sono tante le persone che scelgono di fare la pedicure con i pesci, senza sapere dei possibili rischi ed effetti collaterali.

Il caso di una ventenne, affrontato da alcuni medici e specialisti sulla rivista scientifica JAMA Dermatology, dovrebbe molto far riflettere.

La giovane, infatti, a distanza di sei mesi da una pedicure, ha perso le unghie dei piedi.

Il caso non è sfuggito a diversi media, come ad esempio il network ABC. La ragazza si era sottoposta a questo trattamento molto comune, che consiste nell’immergere i piedi in una vasca con acqua calda (la temperatura, in genere, varia dai 25 ai 30°C) all’interno della quale si trovano dei piccoli pesci, noti come Garra rufa. Si tratta di pesci che in natura vivono nel Mediterraneo orientale e nel Golfo Persico e che si cibano di plancton. In assenza di quest’ultimo, questi piccoli pesci tendono a nutrirsi della pelle morta sui piedi e questo consente di avere una pedicure in modo del tutto naturale.

Non mancano, però, alcuni effetti collaterali, come confermato dalla dottoressa Shari R. Lipner, assistente di dermatologia all’istituto di medicina Weill Cornell di New York, che sostiene che: «Le unghie sono cadute dopo diversi mesi, quindi all’inizio è stato difficile stabilire una correlazione tra la patologia e quell’evento. In realtà, questo è un effetto collaterale possibile, noto come onicomicosi, che provoca la caduta delle unghie in seguito ad un evento, come può essere una piccola lesione, che arresta la crescita delle stesse unghie».

Questo trattamento viene spesso utilizzato da persone che soffrono di psoriasi, con effetti immediati per una durata di circa 4 mesi.

Ma attenzione. Altro studio condotto dall’Health Protection Agency ha fatto emergere che i soggetti che praticano questo particolare pedicure, specie se diabetici o affetti da psoriasi, quindi con un sistema immunitario debole, sono particolarmente vulnerabili al rischio di infezioni come l’ HIV e l’ epatite C.

Questo perchè l’acqua dove viene effettuato il trattamento contiene piccoli microrganismi che potrebbero facilitare il passaggio da un soggetto all’altro di batteri trasmessi dai pesci Garra Rufa.

In parole povere, se un soggetto affetto da HIV o epatite C pratica la terapia e dovesse sanguinare in acqua, c’è il rischio che tali malattie potrebbero essere trasferite ad altro soggetto.

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