Secondo le associazioni Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV la revisione del regolamento non metterà fine alla sofferenza degli animali.
La proposta di revisione del regolamento sul trasporto di animali vivi presentata il 7 dicembre dalla Commissione europea non convince le associazioni di protezione animale. Secondo Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV, infatti, le modifiche proposte rappresentano un passo indietro in alcuni ambiti e non basteranno a mettere fine alle sofferenze patite dai milioni e milioni di animali che ogni anno vengono trasportati per lunghi viaggi all’interno della UE e verso Paesi terzi.
La proposta della Commissione si rivela ampiamente insufficiente, pur prevedendo requisiti più severi, in una certa misura, per il trasporto di animali, come l’introduzione di limiti più stringenti per la durata di alcuni tempi di viaggio, per esempio verso il macello, e per il trasporto di animali vulnerabili, ad esempio animali in stato avanzato di gravidanza e giovani vitelli. La proposta, infatti, non pone limiti ai viaggi via mare, istituisce limiti inadeguati per le temperature durante i viaggi e contiene lacune create da definizioni carenti o specie mancanti, ad esempio per gli agnelli trasportati su lunghe distanze. Disposizioni che non bastano, secondo le associazioni, a prevenire le peggiori crudeltà patite dagli animali durante il loro trasporto, e inefficaci a ridurne la sofferenza.
Proprio la settimana scorsa, un report pubblicato da CIWF International ed Eurogroup for Animals aveva messo a nudo la reale entità delle sofferenze patite dagli animali trasportati vivi nella Unione Europea. Nel report, A data dump of suffering: the EU’s long-distance trade in farm animals exposed (La sofferenza nei dati: smascherato il trasporto a lunga distanza di animali vivi nell’UE), vengono denunciate le terribili condizioni a cui sono sottoposti circa 44 milioni di bovini, pecore e suini durante questi lunghi e stressanti viaggi, sottolineando come i dati UE siano spesso incompleti e fuorvianti nel riportarne la reale entità.
Commentano le associazioni: “La proposta di legge dell’UE sul trasporto di animali lascia ancora molto a desiderare, perché non basterà a mettere fine alle sofferenze dei milioni di animali trasportati ogni anno per lunghi viaggi all’interno dell’UE e verso Paesi terzi. Governi da tutto il mondo si stanno muovendo verso il divieto di esportazione di animali vivi. Paesi come Germania, Lussemburgo e Nuova Zelanda hanno già imposto restrizioni e, si spera, presto li seguiranno anche Regno Unito e Australia.”
“Quello di cui abbiamo bisogno è ciò che i cittadini dell’UE chiedono: un divieto di esportazione di animali vivi verso Paesi terzi e regole molto più severe, come ad esempio il limite dei tempi di trasporto, la garanzia che i viaggi siano adeguatamente regolati per tenere conto delle condizioni meteorologiche e la fine del trasporto di animali vulnerabili.”
“Se da un lato riconosciamo gli sforzi per migliorare la protezione degli animali allevati, al tempo stesso è evidente che la Commissione europea ha deluso i propri cittadini non realizzando la ben più ampia ed ambiziosa riforma delle norme che aveva promesso. Una promessa che includeva la proposta di un divieto di allevamento in gabbia, impegno formale che la Commissione aveva preso con 1,4 milioni di persone firmatarie dell’Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age, e che si è scontrato contro le pressioni esercitate dal settore zootecnico.”
Un’ampia maggioranza di cittadini europei richiede maggiori tutele per il benessere degli animali durante il trasporto, come dimostra l’ultimo Eurobarometro sul tema, sondaggio condotto dall’UE stessa: il 94% dei cittadini europei sono a favore di mettere fine alle esportazioni di animali vivi.
foto crediti animal equality italia