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L’ipertensione è tra le patologie più diffuse nei giorni nostri e nei paesi più sviluppati, dove una persona su tre ne è colpita. Nella rubrica “Carlino Salute” ne parla il dottor Vinicio Fiorani, responsabile di Cardiochirurgia a Salus Hospital.

“Si parla di ipertensione arteriosa quando alla misurazione la pressione sistolica supera 140 (detta ‘massima’) e quella diastolica 90 (detta ‘minima’). Si tratta di una patologia che in linea di massima non dà evidenti sintomi e quando li presenta questi sono pochi e di lieve entità. I sintomi più frequenti sono mal di testa, la sensazione di stordimento e vertigine, puntini nella vista e talvolta epistassi”.

E alla domanda se esista oppure no, una causa scatenante lo specialista risponde. “No, non esiste. E possono esserne colpiti uomini e donne allo stesso modo, anche in giovane età. In questo caso viene definita ipertensione essenziale, è una forma cronica, e costituisce il 95% dei casi. Il restante 5 per cento riguarda invece l’ipertensione secondaria e può comparire durante una gravidanza oppure come conseguenza di malattie alla tiroide e ai reni”.

Allora quali sono, i possibili fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza dell’ipertensione?
“Primo fra tutti la familiarità. È infatti necessario che chi ha in famiglia persone con lo stesso problema si tenga controllato e ne parli con il medico di base, soprattutto dopo i 50 anni. Esistono poi fattori che possono favorire l’ipertensione, come il sovrappeso, le apnee notturne, una vita eccessivamente sedentaria, una scorretta alimentazione troppo carica di sale, lo stress. Di fronte a queste situazioni il medico di base di solito tiene il paziente sotto controllo per un periodo di tempo prima di formulare una diagnosi”.

Quali le terapie più efficaci?
“In prima battuta il consiglio medico è un cambio di abitudini a favore di una vita sana, che prediliga una dieta povera di sale. Quando necessario è importante il calo di peso. Camminare è poi una vera medicina. Abolito il fumo. Se questi comportamenti non bastano a tenere sotto controllo la pressione arteriosa (e quindi il rischio di infarto e ictus che questa comporta) occorre prescrivere una terapia farmacologica, che però è definitiva: una volta che si inizia non potrà più essere sospesa. Sarà sempre il medico di base a valutare la cura farmacologica adeguata al paziente”.

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