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Oggi non è difficile assistere a comportamenti di bullismo metti in atto da bambine.

Spesso, infatti, praticano atti vessatori nei confronti delle coetanee, ma con caratteristiche diverse rispetto ai “maschietti” , diventando anche più pericolose.

Bambine ed adolescenti, attuano in prevalenza una forma di bullismo psicologico: non usano la violenza o le minacce fisiche per intimorire ed isolare la vittima, ma stratagemmi verbali e psicologici come pettegolezzi e calunnie.

Le adolescenti sono molto più mature rispetto ai coetanei maschi. Sono più evolute dal punto di vista emotivo e sanno percepire le fragilità e le implicazioni psicologiche di  una compagna da vessare.

Possono arrivare anche alla forza fisica se occorre, ma in genere, la loro strategia è più subdola di quella maschile, perché essendo psicologica è più difficile da individuare.

I dati sul bullismo al femminile , mettono in luce episodi e situazioni che avvengono per lo più a scuola. Secondo l’ultimo “Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza” sarebbero circa 2500 i “bulli” tra i 7 ed i 19 anni, e da questi numeri emerge che più di ¼ dei bambini ha subito nel corso dell’ultimo anno offese immotivate (27,2%) o provocazioni e prese in giro (28,1%); mentre il 20% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato vittima di vere e proprie azioni di bullismo.

Le cause di questa violenza sono da ricercare in un complesso assetto psico-sociologico che nasce in famiglia e si estende nella società. Sono comuque bambine/i che hanno bisogno di un aiuto.

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