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Ambienti di lavoro molto stressanti e ostili, ma anche pregiudizi, discriminazioni e molestie possono comportare gravi rischi per la salute della mente. E’ l’allarme lanciato da esperti in psichiatria in occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale, che ricorre il 10 ottobre (con palazzi illuminati di verde). 

Per non parlare poi della disoccupazione, precarietà lavorativa e finanziaria e recente perdita del lavoro sono fattori di rischio per tentativi di suicidio. Al centro della Giornata, si legge, infatti,  in una nota della Sip, “ci sono da un lato i pazienti, la cui psiche è messa a dura prova da ambienti di lavoro stressanti e ostili, dall’altro i medici che, tra doppi e tripli turni, spesso in condizioni di scarsa sicurezza, con il crescente timore di rivalse legali, continuano a lavorare strenuamente per fronteggiare la valanga di richieste d’aiuto che arrivano ogni giorno. Senza contare la presenza delle nuove forme di povertà, delle tensioni sociali e della fragilità delle famiglie e dei giovani”.

E ancora, come ricorda anche l’Oms, “il 60% della popolazione mondiale al lavoro, il 15% della quale affetta da un disturbo mentale, è necessaria un’azione urgente – spiega Liliana Dell’Osso, presidente della Sip – per ridurre lo stigma sul posto di lavoro attraverso la consapevolezza e la formazione e per creare un ambiente di lavoro più sano e inclusivo che protegga e supporti attivamente la salute mentale. Senza considerare come lo stigma crei una barriera all’occupazione e le persone affette da gravi disturbi mentali siano in gran parte escluse dal mondo del lavoro o impiegate in attività poco retribuite o insicure, spesso prive di tutele adeguate”.

La prevalenza dei disturbi mentali sta per superare quella delle patologie cardiovascolari. Depressione e altre patologie psichiche, ricorda la Sip, saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui, sempre l’Oms, aveva stimato il ‘sorpasso’.

ph credit pixabay

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