Sui giornali internazionali circola da giorni la notizia sulla storia di Imelda Cortez, ragazza di El Salvador di 20 anni rimasta incinta dopo essere stata violentata dal patrigno e che ora rischia vent’anni di carcere perché accusata di aver cercato di abortire a tutti i costi: il suo processo per omicidio aggravato è iniziato lunedì scorso e la sentenza è attesa tra una settimana. (altro…)
Si è spogliata nel santuario della Madonna di Lourdes, rimanendo nuda con solo un velo azzurro indosso sul capo e sulle spalle.
Un gruppo di pellegrini ha cercato di coprirla e ha poi chiamato la polizia che l’ha fermata. (altro…)
Una vicenda sanitaria che ha davvero dell’incredibile. Un chirurgo britannico, Simon Bramhall, 53 anni ha ammesso davanti alla corte di aver siglato le sue iniziali sui fegati trapiantati ma di non aver aggredito e causato danno fisico ai pazienti.
Per 12 anni il chirurgo chiamato ‘zorro’ ha lavorato al Queen Elizabeth Hospital, fino a quando è stato sospeso nel 2013, dopo che un collega ha notato le sue iniziali sul fegato di un paziente che aveva avuto bisogno di un secondo intervento. Il medico accusato ha poi rassegnato le dimissioni nel 2014.
L’uomo era uno dei migliori all’ospedale universitario Queen Elizabeth di Birmingham, in Gran Bretagna, ma aveva il vizio di marchiare gli organi con gas argon.
Gli esperti chiamati al processo hanno spiegato che il gas argon, seppur in questo caso utilizzato in modo improprio, non è ritenuto dannoso per l’organo trapiantato e non ne compromette la funzionalità. Normalmente i segni spariscono da soli.
Il dottore può però aver colpito anche altre volte. Il promotore della causa legale, Tony Badenoch, ha sottolineato che le iniziali sono state “un’applicazione intenzionale apposte con un uso illegale della forza, poichè i pazienti erano anestetizzati” . La sentenza arriverà il prossimo 12 gennaio, l’episodio è stato definito un caso “senza precedenti nel diritto penale”.
Ma c’è chi si schiera a difesa del chirurgo. Come nel caso di Tracy Scriven, ex paziente, operata per epatite autoimmune e perché le restavano due settimane di vita: «Anche se avesse inciso le sue iniziali su un organo è così grave? A me non sarebbe importato niente. Mi ha salvato la vita, avevo 39 anni, oggi ne ho 50, mi sembra eccessivo impedirgli di lavorare, ha sempre fatto un ottimo lavoro».
Una tragedia annunciata, è quella poi accaduta all’Hotel Rigopiano di Farindola il 18 gennaio scorso, dove persero la vita 29 persone. (altro…)
Claudio Salvagni, uno dei difensori di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo anche dalla Corte di Appello di Brescia, per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha lanciato, all’indomani della sentenza una vera e propria provocazione, dicendo: “Il Parlamento faccia una norma: perché se c’è il Dna non si faccia nemmeno il processo, altrimenti è una farsa”.
Il legale sostiene infatti che il Dna presenta “numerose anomalie” e la procedura seguita non ha rispettato i criteri stabiliti dalla comunità scientifica internazionale.
In ambienti giudiziari, il giorno dopo la sentenza, si apprende che è stata una camera di consiglio “normale”, nonostante le 15 ore di camera di consiglio, in linea con i tempi richiesti da una processo complesso.
I giudici hanno dato ragione al procuratore generale, Mario Martani, che aveva chiesto la conferma della sentenza emessa un anno fa dal Tribunale di Bergamo. Bossetti è rimasto impassibile al momento della lettura del verdetto. Poi, come ha riferito uno dei suoi legali, ha “pianto” nella sua gabbia.
Il legale ha aggiunto, insieme a Paolo Camporini: “Aspettiamo le motivazioni ma il ricorso in Cassazione è scontato. Questa sera abbiamo assistito alla sconfitta della giustizia”. Il muratore prima di lasciare l’aula, scortato dalla polizia penitenziaria, ha avuto solo il tempo di salutare la mamma. Presente anche la moglie dell’imputato.
“Giustizia è stata fatta”: questo invece il commento dell’ avvocato di parte civile, dell famiglia Gambriasio, Enrico Pelillo.
L’ex re dei paparazzi, Fabrizio Corona e’ stato condannato ad un anno di carcere solo per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, mentre sono cadute due precedenti imputazioni: intestazione fittizia di beni in relazione ai soldi in contanti e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione.
Corona alla lettura della sentenza ha esultato sbattendo il pugno sul tavolo in aula e ha gridato: “Giustizia è fatta”. Con la sentenza del tribunale di Milano, Fabrizio Corona viene condannato a un anno di carcere, contro i cinque richiesti dal PM Alessandra Dolci. Revocata anche la misura cautelare che aveva riportato Corona in carcere lo scorso 10 ottobre 2016.
Secondo quanto riferisce l’Ansa i legali di Corona, Ivano Chiesa e Luca Siritti vogliono presentare un’istanza per la concessione dell’affidamento in prova, per far uscire il loro assistito dal carcere. Alla sentenza che lo condanna a un anno, infatti, si sommano anche le pene precedenti, per un totale di cinque anni di carcere gia’ fatti per Fabrizio Corona.
Ad esultare con Corona anche la fidanzata Silvia Provvedi, de Le Donatella, che – riporta l’Ansa – ha commentato la sentenza: “Spero esca presto dal carcere, oggi è finalmente uscita la verità”. Poco prima del verdetto, la Provvedi aveva ricevuto una dichiarazione d’amore da Corona, che la giovane ha ricordato: “In casi come questi molto delicati l’amore è importante e aiuta”.
Molto soddisfatto anche l’avvocato Ivano Chiesa, legale di Corona assieme a Luca Sirotti: “Sono felice, felicissimo”. Dopo la sentenza, Corona lo ha abbracciato a lungo “e – ha scherzato il legale – mi ha dato anche tante botte e mi ha detto ‘sei fortissimo’”, come mandato in onda anche da Pomeriggio 5 che ha trasmesso proprio la lettura della sentenza.
E’ stata annullata dalla Corte Suprema di Cassazione la sentenza dell’Appello bis che aveva assolto i cinque medici del Pertini di Roma accusati dell’omicidio colposo di Stefano Cucchi. (altro…)
La Corte di Cassazione conferma l’ergastolo per Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, per l’uccisione di Sarah Scazzi avvenuta ad Avetrana il 26 agosto del 2010. Conferma anche la condanna a otto anni per lo zio Michele Misseri, per la soppressione del cadavere di Sarah Scazzi, rispettivamente padre e marito di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Con tale condanna, Michele Misseri, ora a piede libero, dovrà subito essere prelevato e portato in carcere. (altro…)
Vladimir Putin avverte: “l’India dovrà restituire i marò all’Italia oppure dovrà vedersela con me”. Secche e dure le parole del presidente russo dopo che Nuova Delhi ha deciso di dare battaglia all’Italia nell’udienza che si terrà il prossimo 18 dicembre al Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos) di Amburgo, quando sarà esaminata la richiesta di misure cautelari per i due fucilieri italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori keralesi nel febbraio 2012 mentre erano in servizio antipirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie.
Dura la presa di posizione di Vladimir Putin arrivata subito dopo l’incontro con il Premier Matteo Renzi al G20 in Turchia a consolidamento di un rapporto di amicizia e complicità che dura tra anni tra i due Stati.
Come annunciato dallo stesso protagonista Claudio Gioè, domenica a L’Arena di Giletti, la miniserie televisiva, tanto attesa, “Sotto Copertura“, andrà in onda su Rai 1, in prima serata, il 2 e il 3 novembre 2015.
La storia raccontata è quella della cattura del boss dei Casalesi Antonio Iovine. Arrestato nel 2010 a Casal di Principe (Ce) dopo 14 anni di latitanza, per mano della squadra mobile di Napoli, guidata dall’allora capo e super poliziotto, Vittorio Pisani.
Le riprese fiction, partite nel 2011, erano state interrotte a seguito delle vicende giudiziarie che avevano coinvolto Pisani, indagato ed accusato di abuso d’ufficio, falso e favoreggiamento, successivamente scagionato, perché ritenuto completamente estraneo ai fatti.
Figura quella di Pisani, interpretata prima da Alessandro Preziosi e successivamente da Claudio Gioè (già attore di fiction di successo come ‘Il tredicesimo apostolo‘, ‘Squadra Antimafia‘, ‘Il bosco‘ e ‘Il capo dei capi‘), che sarà Michele Romano.
L’attore parlando con Giletti a L’Arena, della fiction ha così raccontato: “Ho avuto anche modo di incontrarlo Vittorio Pisani. Una persona che veramente ha in sé quei principi sani, di legalità, che al sud, sembrano a volte quasi alieni. E questo fa di questi uomini delle mosche bianche che cercano di contrastare un universo davvero sconfinato”.
Oltre Gioè nel cast anche Guido Caprino, Filippo Scicchitano, Simone Montedoro e Raffaella Rea.