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Il ministro della Salute, Renato Balduzzi durante la presentazione della 2^ Conferenza sull’amianto che si tiene a Venezia dal 22 al 24 novembre, ha sottolineato gli aspetti che rendono più gravoso il contrasto con le malattie correlate all’amianto, per le quali vi sarebbe un lungo periodo di latenza prima del loro manifestarsi, tempo che va dai 30-40 anni, arco temporale che fa attendere il picco di tali patologie tra il 2015 e il 2020.

L’assistenza ai malati di amianto deve essere il più possibile resa omogenea dalle diverse Regioni e il compito della Conferenza di Venezia è quello di riuscire a trovare, e sarà inserito nel prossimo Piano amianto, una standardizzazione della presa in carico da parte del sistema sanitario delle persone che sono state colpite dalle malattie correlate all’amianto. Una standardizzazione per quanto riguarda la cura e anche per quanto riguarda la sorveglianza epidemiologica che è importante per poter programmare l’assistenza sanitaria e per i dati che fornisce per le attività di ricerca‘.

L’Italia, ha inoltre ricordato il ministro, dal secondo dopoguerra fino al bando dell’amianto avvenuto nel 1992, è stata tra i maggiori produttori e utilizzatori di amianto, con un consumo di oltre 3,5 milioni di tonnellate. Le utilizzazioni hanno riguardato un ampio ambito di attività industriali, dalla cantieristica navale all’edilizia.

Per questo ha detto ancora il ministro, le malattie correlate all’amianto ”rappresentano un’emergenza nazionale, che impone un insieme coordinato d’interventi”.

Fino al 2020, ”sarà ancora una lunga sofferenza. Quello che vogliamo fare è riuscire a dare una risposta di speranza ai malati e ai familiari”, ha infine concluso Balduzzi.

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