Spread the love

Il 4 maggio prossimo, stando a quanto previsto nell’ultimo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte, comincerà la graduale riapertura delle attività chiuse due mesi fa per effetto del lockdown. Ripartiranno per prime quelle che presentano un basso rischio, come stabilito dalla task force scelta dal governo per la pianificazione delle aperture. Questo vuol dire, che piscine e palestre, considerate invece luoghi ad alto rischio, resteranno chiuse.

I requisiti per la riapertura delle palestre
Piscine e palestre, non è escluso che possano riaprire a settembre.

Palestre e centri fitness chiusi, come farsi rimborsare

In attesa di notizie più certe sulla riapertura di palestre e centri fitness, è sorta l’esigenza da parte dei consumatori di farsi rimborsare l’abbonamento già versato per un mese o un intero anno di sport di cui, purtroppo, non potranno usufruire. La maggior parte delle palestre sta proponendo ai propri clienti di ‘congelare’ gli abbonamenti, per poi ricominciare a godere delle settimane o dei mesi rimanenti una volta terminata l’emergenza. Ma non è l’unica possibilità. Come ha spiegato anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, l’Unione nazionale consumatori, “il cliente è libero di accettare o meno l’opzione dello stop momentaneo. Se il contratto prevede un numero di ingressi da usare senza scadenze di tempo, è ragionevole che possa servirsene una volta finita l’emergenza. Ma in caso di abbonamento mensile o annuale, con ingresso libero, ha sempre diritto al rimborso della parte di quota della quale non potrà usufruire”. Dunque, il diritto al rimborso è previsto dalla legge (articolo 1463 del Codice Civile) soprattutto se il servizio erogato viene interrotto per impossibilità sopravvenuta e senza colpa del cliente.

In piscina a piccoli gruppi, ma la riapertura è ancora lontana
Anche per la riapertura in sicurezza delle piscine sono state avanzate una serie di ipotesi: contingentare gli ingressi, aumentare l’offerta, prolungare gli orari del servizio, cambiare abitudini e modalità di utilizzo. Questo per le vasche al coperto, utilizzate dagli sportivi. In vista dell’estate potrebbero essere riaperte quelle all’aperto, come valida alternativa al mare. Anche perché, come ha sottolineato a Fanpage.it Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, “l’acqua di norma è clorata, e quindi se lo è uccide tutto, anche i virus. Il problema è l’ambiente caldo-umido degli spogliatoi, soprattutto delle piscine al coperto, che facilitano il mantenimento in aria dell’aerosol. E anche le zone umide dello “sputazzo” vicino al bordo della vasca e simili. Ovviamente devono essere in qualche modo ben gestite”. A conferma di ciò sono intervenuti anche i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie: “Non ci sono evidenze che Covid-19 possa essere diffusa all’uomo attraverso l’uso di piscine, vasche idromassaggio o spa o parchi giochi acquatici – scrivono i CDC -. Il corretto funzionamento, la manutenzione e la disinfezione (ad esempio con cloro e bromo) di piscine, vasche idromassaggio o spa e parchi giochi acquatici dovrebbero inattivare il virus che causa la COVID-19″, conclude l’ente statunitense. Mantenendo il distanziamento sociale ed evitando che troppe persone usino contemporaneamente gli impianti, le piscine di questo tipo dovrebbero poter essere riaperte regolarmente.

Staremo a vedere cosa si deciderà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.