Spread the love

assunzioni-scuola

A partire da settembre le cattedre disponibili per le assunzioni (e le operazioni di mobilità per avvicinare a casa i professori immessi in ruolo fuori provincia) saranno circa 52mila.

Dopo diversi tavoli tecnici e politici è arrivato l’altro ieri l’accordo tra ministero e Mef.

Pier Carlo Padoan ha detto sì alla trasformazione di 15.100 posti che da organico “di fatto”, assegnati ogni anno a supplenti, diventeranno organico stabile, da coprire con nuovi insegnanti di ruolo a tempo indeterminato (l’operazione è coperta con i fondi stanziati dalla precedente legge di Bilancio, e con circa 140 milioni aggiuntivi a regime). A queste cattedre si andranno ad aggiungere altri 21mila posti liberi a seguito di pensionamento (turn-over), e circa 16mila vacanti.

La quantità di cattedre su cui sarà possibile assumere a tempo indeterminato salirà 52mila unità. La “mappa” delle immissioni potrà cambiare nelle prossime settimane visto che, su queste cattedre, si giocherà la “doppia partita” assunzioni e trasferimenti in base alle percentuali già concordate ad aprile tra Miur e sindacati: 60% dei posti andranno alle immissioni in ruolo, il restante 40% alla mobilità, soprattutto interprovinciale, con lo scopo di riavvicinare docenti stabilizzati lontano da casa con la riforma Renzi-Giannini.

In caso di accoglimento della domanda di mobilità, l’insegnante occuperà poi un nuovo posto, lasciando campo libero a quello che aveva in precedenza occupato (che potrà essere stabilizzato con un ingresso a tempo indeterminato). Anche il prossimo settembre, le immissioni in ruolo avverranno al 50% attingendo dalle Graduatorie a esaurimento («Gae», dove sono inseriti ancora circa 5.900 precari delle medie e quasi 13mila delle superiori) e al restante 50% attraverso l’assunzione degli ultimi vincitori del concorso 2016 (se non ci saranno persone da assumere – una possibilità non del tutto esclusa al Nord, il contratto a tempo indeterminato slitterà al prossimo anno).