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Fiori o cioccolatini? Entrambi questi doni sono sempre ben accetti
e provocano sempre una grande emozione in chi li riceve. I regali tipici della festa degli innamorati rischiano però di essere dimenticati molto presto, in quanto, i fiori appassiscono, i dolci si mangiano e il ricordo passa. La scelta è lecita se si vuole solo stupire il partner ma se si vuole essere più incisivi e persistenti? Meglio allora puntare su doni più duraturi, per esempio una pianta in vaso al posto dei fiori recisi, oppure un libro scelto con cura pensando ai gusti del partner al posto dei dolci con dentro una bellissima dedica d’amore. E per essere anche più coinvolgenti, qualcosa di intimo, o di più ricercato. Come ad esempio una serata a lume di candela in un ristorante chic, o una serata in una spa, dei trattamenti tutti per lei, un viaggio a due nel weekend, ecc.

Lo scorso anno gli italiani hanno speso 350 milioni di euro per la festa degli innamorati, secondo il Codacons. Il 35% ha scelto i cioccolatini, seguiti dai fiori (30%). Il 17% invece ha scelto i peluches e il 10% articoli di bigiotteria.

La scelta del regalo perfetto è stata però recentemente indagata dai ricercatori della National University di Singapore che hanno fatto sei esperimenti sullo scambio di doni tipici delle occasioni più festeggiate al mondo, dal Natale alla festa degli innamorati. Per San Valentino sono stati fatti dei test con mazzi di rose, bouquet di fiori misti, scatole di dolciumi e cesti di frutta a forma di cuori.
Gli autori sono giunti ad una amara e sorprendente verità: “Chi compra doni per le feste lo fa ricercando l’effetto sorpresa ma il piacere del momento non sembra incidere sul gradimento prolungato né sul coinvolgimento del cuore di chi li riceve, – spiega Adelle Yang, coautrice dell’indagine pubblicata recentemente su Psychological Science. Si legge negli esperimenti che la soddisfazione di chi riceve un regalo che resta, quindi non sfiorisce o non si mangia, è maggiore.
“Questa discrepanza nelle scelte si conferma anche quando si invertono i ruoli e il donatore diventa ricevente. Questa testardaggine nel voler fare regali per soddisfare i propri bisogni piuttosto che quelli di chi li riceve, persiste anche invertendo i ruoli”.