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I bar in Lombardia tornano aperti anche oltre le 18, purché vi sia un numero di persone non superiore ai posti a sedere e venga effettuato servizio al tavolo.

La contrazione dei flussi turistici e il crollo della domanda interna di consumi fuori casa stanno determinando una riduzione fino al 70-80% del fatturato dei pubblici esercizi. Una situazione difficile che si è innestata in un contesto già delicato, caratterizzato da una preoccupante stagnazione dell’economia. Di fronte alle limitazioni imposte ai pubblici esercizi, la Fipe è intervenuta nella giornata di ieri inviando una lettera ai ministri dello Sviluppo Economico, dell’Economia, delle Politiche Sociali e del Turismo.

Il presidente nazionale Fipe Lino Stoppani ha chiesto in primis “la messa in stato di crisi del settore e interventi tempestivi ed efficaci, che possano aiutare le imprese a sostenere l’impatto derivante dal Coronavirus”.

Il chiarimento è arrivato dal sito della Regione Lombardia che precisa che: “I bar e/o pub che prevedono la somministrazione assistita di alimenti e bevande possono rimanere aperti come i ristoranti, a condizione che sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto dall’esercizio”. La Faq pubblicata sul sito della Regione ricorda inoltre che “l’obiettivo dell’ordinanza che regola le prescrizioni per il contenimento del Coronavirus nelle aree regionali classificate come ‘gialle’ è quello di limitare le situazioni di affollamento di più persone in un unico luogo. Nei ristoranti può entrare un numero contingentato di persone. Lo stesso, dunque, vale anche per i bar dove ci sono posti a sedere contingentati e che effettuano servizio al tavolo e non al bancone”.

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