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All’Humanitas di Rozzano, nel Milanese, è stata impiantata una protesi di ginocchio personalizzata e stampata interamente in 3D attraverso l’utilizzo di strumenti chirurgici personalizzati e l`assistenza intraoperatoria di sistemi computerizzati. La prima operazione che si sia mai eseguita al mondo.

Lo ha annunciato lo stesso ospedale, spiegando che lo studio che ha portato a questa importante innovazione tecnologica e clinica, è stato realizzato dal prof. Maurilio Marcacci, responsabile del Centro per la ricostruzione articolare del ginocchio di Humanitas e docente di Humanitas University, e dal suo team.

Sempre secondo quanto riferito in una nota trasmessa dal team di specialisti che ha eseguito questo delicato intervento chiorurgico nel Centro per la ricostruzione articolare di Humanitas, in collaborazione con la start-up italiana Rejoint, vincitrice anche di un bando Horizon 2020 in ricerca e innovazione, si tratta di una nuova procedura con la stampa in 3D della protesi totale di ginocchio in lega di cromo cobalto con l’obiettivo di utilizzarla su di un paziente che non avrebbe potuto beneficiare dal punto di vista salutare di una comune protesi tradizionale.

Attraverso Tac e risonanza magnetica sono state infatti rilevate le caratteristiche e i parametri anatomici del paziente, sulla base delle quali è stata poi disegnata anche la più corretta geometria, e in seguito è stata realizzata la protesi attraverso la stampa 3D, ricostruita fedelmente sulle dimensioni specifiche del suo ginocchio.

Inoltre, attraverso una visione computerizzata in 3D e un sistema intelligente di algoritmi è stato effettuato un planning preoperatorio interattivo, fondamentale per facilitare il posizionamento e la definizione della corretta dimensione della protesi. Il paziente è già stato dimesso e sta effettuando il normale decorso post-operatorio presso la propria abitazione.

L’artroplastica del ginocchio, ovvero la ricostruzione attraverso una protesi totale del ginocchio è una procedura piuttosto comune: sono circa 4 milioni i casi all’anno registrati nel mondo, solo che, spiega il dott. Tommaso Bonanzinga, che ha partecipato all’intervento “Fino ad oggi le protesi del ginocchio sono state progettate senza considerare l`anatomia specifica di ogni singolo paziente di conseguenza alcune volte si può verificare qualche problema dopo l`intervento come lo sfregamento dei tendini tra dispositivi e tessuti molli, dolore o infiammazione”. E ancora…”la realizzazione di una protesi personalizzata potrebbe ridurre queste problematiche, rendendo più breve il decorso post operatorio e migliorando la qualità di vita del paziente”.